Page 81 - A spasso con Bob
P. 81

zona. Ovviamente sapevo che non sarebbe filato tutto liscio con gli altri venditori e

          con i tipi bizzarri che si guadagnavano la giornata agli angoli delle vie. La vita in
          strada ha le sue regole: non è una comunità costruita sull’altruismo e la reciproca
          comprensione,  al  contrario  è  un  mondo  dove  ciascuno  pensa  solo  a  se  stesso.  E

          comunque c’erano stai anche venditori che ci avevano accolti con simpatia.
             Sono sempre esistiti gli strilloni accompagnati dai loro cani, alcuni erano diventati
          anche famosi nel nostro giro, ma per quanto ne sapevo non si era mai visto a Covent
          Garden, o da qualsiasi altra parte di Londra, un venditore di Big Issue insieme con il
          suo gatto.

             Molti  colleghi  erano  affettuosi  con  Bob,  lo  salutavano,  mi  chiedevano  di  lui.
          Spesso  non  sapevo  cosa  rispondere,  perché  il  mio  amico  peloso  era  un  gatto  dal
          passato ignoto e anche questo alone di mistero contribuiva ad aumentarne il fascino.

             Nessuno si interessava a me e la prima cosa che mi dicevano appena arrivavo era:
          «Come sta oggi Bob?» Mai: «Come va, James?»
             Ero  ugualmente  contento,  consapevole  che  questa  inspiegabile  «fratellanza»  tra
          colleghi non sarebbe durata molto, non succede mai in strada.
             Con Bob al mio fianco riuscivo a piazzare trenta a volte anche cinquanta copie se

          la  giornata  era  buona  e  ai  guadagni  provenienti  dalle  vendite  andavano  sommate
          anche le mance che mi allungavano o, per essere più precisi, davano a Bob.
             Un tardo pomeriggio di inizio autunno, Bob era acciambellato sul mio zaino e si

          crogiolava  agli  ultimi  raggi  di  sole  quando  una  coppia  danarosa,  a  giudicare  dai
          vestiti, ci passò davanti, forse diretta a teatro.
             L’uomo indossava uno smoking con il farfallino e la donna un abito da sera.
             «Complimenti per l’eleganza», dissi loro quando si fermarono a salutare Bob. La
          donna sorrise mentre l’uomo mi ignorò.

             «È veramente un amore questo gatto», commentò lei. «Vivete insieme da tempo?»
             «Abbastanza», risposi. «Diciamo che ci siamo trovati e riconosciuti in strada.»
             «Prenda», intervenne in modo brusco l’uomo, estraendo dal portafogli un biglietto

          da venti sterline. Poi, con la mano mi fece cenno di tenere il resto.
             Lo  sguardo  che  la  donna  gli  rivolse  era  pieno  di  ammirazione  e  mi  indusse  a
          pensare che fossero al loro primo appuntamento e che tutta quella generosità, più o
          meno sincera, fosse servita a fare colpo su di lei. Appena si allontanarono, la donna
          posò la testa sulla spalla dell’uomo che le cinse la vita con il braccio.

             Ero al settimo cielo, nessuno mi aveva mai dato un biglietto da venti!
             Alla  scadenza  del  mio  periodo  di  prova  mi  ero  ormai  convinto  che  quella
          postazione era l’ideale per me e per Bob, quindi rimasi un po’ deluso quando Sam

          mi comunicò che sarei stato spostato altrove. Non fu propriamente una sorpresa, in
          un certo senso me lo aspettavo.
             In questo lavoro non ci sono segreti e i tuoi colleghi sanno sempre come ti vanno
          gli  affari.  Ogni  venditore  va  dal  coordinatore  di  zona  e  legge  nel  registro  quante
          copie hai venduto e acquistato. È tutto scritto e così, durante quei quattordici giorni,
   76   77   78   79   80   81   82   83   84   85   86