Page 74 - A spasso con Bob
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di volte. C’eravamo scambiati qualche occhiata, non particolarmente amichevole, e

          anche adesso avevo l’impressione che non fosse così contento di vedermi, ma non
          era lui che stavo cercando.
             «Ciao,  niente  musica  oggi?»  mi  chiese  Sam  riconoscendomi  e  avvicinandosi  a

          Bob per dargli una carezza.
             «No, devo darci un taglio», risposi. «Qualche difficoltà con dei poliziotti. Se mi
          beccano ancora a suonare in zona senza licenza passerò dei guai seri e non posso
          correre un rischio simile perché adesso c’è Bob con me. Posso rubarti un minuto?»
             «Certo», mi rispose la donna e dall’espressione del viso era chiaro che aveva già

          capito che cosa stavo per dirle.
             «Bene…»  iniziai  esitante,  «mi  chiedevo  se  per  me  non  ci  sia  per  caso  la
          possibilità…»

             Sam sorrise e senza lasciarmi terminare la frase aggiunse: «Dipende se hai tutti i
          requisiti necessari».
             «Sì, certo», balbettai ma sapevo bene che, pur non essendo un senzatetto, vivevo
          comunque in un alloggio precario e quindi rientravo tra i soggetti abilitati a vendere
          Big Issue.

             «Prima  ci  sono  da  espletare  le  pratiche  burocratiche  e  poi  devi  presentarti  in
          sede», mi spiegò Sam.
             «Va bene», risposi senza esitazione.

             «Sai come arrivarci?» s’informò la coordinatrice porgendomi un biglietto.
             «Non proprio», risposi.  Non ero sicuro che gli uffici fossero gli stessi di dove
          avevo firmato anni prima il contratto.
             «Prendi  un  autobus  fino  a  Vauxhall  e  scendi  all’altezza  della  stazione  della
          metropolitana. È dall’altra parte della strada, non lontano dal fiume, sul controviale.

          Quando avrai il tuo badge, torna da me. Potrai cominciare subito.»
             Presi il cartoncino e mi avviai con Bob verso casa. «È meglio organizzarci bene,
          amico», gli dissi, «tra un po’ dobbiamo affrontare un colloquio di lavoro.»

             Prima  di  recarmi  nella  sede  centrale  di Big  Issue,  dovevo  raccogliere  alcuni
          documenti  perciò,  il  giorno  successivo,  mi  presentai  nell’ufficio  del  dipartimento
          assegnazione alloggi, come ero comunque obbligato a fare regolarmente, e spiegai
          che cosa era accaduto con la polizia ferroviaria. L’impiegato mi ascoltò, poi si rese
          disponibile a scrivere una lettera in cui spiegava che vivevo in uno dei loro alloggi,

          che la mia sistemazione era comunque «precaria» e che vendere Big Issue avrebbe
          rappresentato per me un’ottima occasione per guadagnarmi onestamente da vivere.
             Il  giorno  dopo,  prima  di  recarmi  a  Vauxhall  con  tutte  le  carte  necessarie,  mi

          occupai del mio aspetto esteriore: raccolsi i capelli in una coda, mi rasai, indossai
          una maglietta decente.
             Decisi  di  portare  Bob  perché  volevo  che  venisse  registrato  anche  lui  dato  che
          avremmo fatto coppia insieme.
             Gli  uffici  erano  all’interno  di  un  edificio  piuttosto  ordinario  sulla  banchina
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