Page 71 - A spasso con Bob
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«James Bowen. La corte chiama James Bowen», echeggiò a un certo punto una
voce dal timbro metallico. Inspirai ed entrai nell’aula.
I giudici non avevano un’espressione amichevole, ma la legge era chiara e poi
quella era la prima volta che mi processavano per un reato simile. Mi condannarono
a tre mesi con la condizionale senza alcuna sanzione amministrativa ma la corte fu
perentoria: se commettevo ancora una volta il medesimo reato avrei dovuto pagare
l’ammenda e non solo…
Belle e Bob mi aspettavano fuori dell’aula e il mio gatto, appena mi vide uscire,
mi corse subito incontro. Non vorrei sembrare troppo sentimentale, ma era chiaro
che il mio amico a quattro zampe era felicissimo di rivedermi.
«Com’è andata?» mi chiese Belle.
«Tre mesi con la condizionale, ma se mi beccano ancora saranno guai seri.»
«Che pensi di fare?» Guardai prima lei e poi Bob e la risposta mi si doveva
leggere in faccia.
Ero arrivato al capolinea: avevo suonato in strada per una decina d’anni; i tempi
erano cambiati e anche la mia vita si era modificata dal giorno in cui avevo
incontrato Bob.
Non aveva più senso continuare. C’erano giorni in cui avevo guadagnato solo una
manciata di spiccioli, momenti in cui io, ma soprattutto Bob, c’eravamo trovati in
situazioni difficili. Adesso correvo addirittura il pericolo, tutt’altro che remoto, di
essere sbattuto in prigione se mi pizzicavano ancora una volta. No, il gioco non
valeva più la candela.
«Non ne ho idea, Belle», le risposi, «so soltanto che ho smesso di suonare in
strada.»