Page 61 - A spasso con Bob
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Mancavano pochi giorni a Natale e Covent Garden era strapiena di gente, tutto a
vantaggio di Bob che continuava a ricevere un sacco di regali.
Fin dall’inizio di dicembre le persone che di solito si fermavano ad ascoltarci,
avevano cominciato a portargli dei doni.
La prima era stata una signora che lavorava in un ufficio dalle parti di James
Street e che era diventata una nostra amica. Anche lei, molti anni prima, aveva avuto
un gatto maschio rosso che assomigliava a Bob.
Una sera arrivò da noi con un sorriso a trentadue denti e un sacchetto di plastica di
un lussuoso negozio per animali. «Spero che non ti dispiaccia se ho portato a Bob un
regalino», mi disse.
«Certo che no», le risposi.
«È solo un pensierino», aggiunse tirando fuori dalla busta un giocattolino di
gomma a forma di topolino. «Contiene all’interno un po’ di erba gatta», mi spiegò.
«Ma soltanto un pizzico.»
Cercai di nascondere il mio disagio. L’erba gatta è una specie di droga per i
felini. Avevo letto pareri discordanti su di essa, e alcune fonti sostenevano che
poteva indurre forme di dipendenza e farli impazzire.
Ce n’era già uno in famiglia che lottava con tutte le forze per liberarsi dalla
schiavitù degli stupefacenti e non volevo certo che il mio gatto cadesse vittima di
una qualsivoglia forma di dipendenza. Tuttavia la signora era così gentile e
affettuosa che non ebbi cuore di deluderla. Rimase con noi per un po’ a guardare
Bob che giocava con il suo regalo.
Quando la temperatura esterna divenne più rigida, Bob cominciò a ricevere doni
«utili».
Un giorno un’altra giovane donna, che dai lineamenti del viso e dal lieve accento
sembrava di origine russa, si avvicinò a noi timidamente e mi disse: «Scusi se mi
permetto, ma ora fa molto freddo e ho fatto qualcosa per tenerlo al caldo». Poi tirò
fuori dalla borsa a tracolla una bellissima sciarpina di lana azzurra.
«Oh», esclamai, veramente sorpreso, «ma ha avuto un’idea fantastica», e subito
annodai la sciarpa al collo di Bob. Faceva un figurone e la signora russa era al
settimo cielo dalla gioia, tanto che una settimana dopo tornò con un cappottino di
lana in tinta.
Non capivo molto di moda, bastava darmi un’occhiata per rendersene conto, ma
Bob era veramente elegante. Presto la gente cominciò a fare la coda per scattargli
una fotografia e, se avessi chiesto ogni volta un penny, sarei diventato sicuramente
ricco.
Dopo quella giovane donna, almeno altre sei ammiratrici gli regalarono accessori
di abbigliamento fatti a mano. Una sua fan gli aveva ricamato il nome su una
minuscola sciarpa e nel giro di poco Bob era diventato una sorta di top model che
ogni giorno sfoggiava in strada una nuova creazione pensata e realizzata per lui da
un’anima gentile. Le sue collezioni autunno-inverno dominavano decisamente la