Page 45 - Il mostro in tavola
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Zafferano pirata: l’oro giallo


           Viene  chiamato  l’oro  giallo  dei  campi  e  visti  i  prezzi  non  sembra  per  niente  un

        eufemismo,  infatti  può  arrivare  a  costare  anche  30.000  euro  al  kg.  L’Associazione
        zafferano italiano rende noti i dati della coltivazione dello zafferano in Italia, che pare sia
        di  ben  55  ettari  con  una  produzione  di  600  kg.  Nel  2011  sono  stati  contraffatti  più  di
        18.000  kg:  una  quantità  che  non  ha  paragoni  e  che  supera  di  gran  lunga  i  quantitativi
        realmente raccolti. Un prodotto, quello italiano, che vale oro, e che ha conquistato a livello
        europeo il riconoscimento delle denominazioni di Zafferano dell’Aquila, Zafferano di San
        Giminiano e Zafferano di Sardegna. La produzione è molto limitata – si parla di 10-15 kg
        per ettaro – e deve essere raccolta a mano, con decisione e delicatezza. Successivamente
        gli  stimmi  vengono  seccati  per  perdere  l’80%  del  contenuto  di  umidità,  così  da
        trasformarsi  nella  polvere  d’oro.  La  forza  dello  zafferano  è  racchiusa  nelle  quantità,
        bastano 2-4 stimmi per colorare un piatto e garantire un aroma eccezionale. Un profumo
        irriproducibile, vista la sua complessità, fatta da ben 150 sostanze aromatiche. Possiede

        anche un’eccezionale ricchezza dal punto di vista alimentare, per la quantità di carotenoidi
        e vitamine A, B1 e B2.
           Quindi  cosa  si  nasconde  nella  polvere  d’oro  della  terra?  Come  al  solito  la

        contraffazione. Prima fra tutte, e pure la più goffa nel suo genere, è quella di sostituire la
        polvere dell’originale con altre più scadenti, come la curcuma e la paprika.

           A  volte  lo  zafferano  viene  venduto  in  qualità  meno  pregiate  e  a  buon  mercato,  ad
        esempio  scambiando  lo  zafferano  proveniente  dal  Kashmir  con  quello  proveniente
        dall’Iran,  più  economico  del  primo.  Lo  zafferano  viene  prodotto  anche  in  Marocco  (2
        tonnellate all’anno), a seguire la Spagna (1,2 tonnellate), la Grecia, la Francia e a seguire
        l’Italia. Mi verrebbe da dire ultimi ma non ultimi. Il Crocus sativus viene coltivato con
        grande pazienza nelle Marche, in Abruzzo, in Umbria, in Sardegna, in Toscana.

           In Italia il prezzo dello zafferano oscilla dai 7000 euro al kg ai 18.000 euro al kg.

           Lo zafferano è un prodotto coltivato e raccolto impiegando molte ore di manodopera, e
        non può avere un costo troppo basso. Difficilmente potrà essere l’ingrediente di un piatto
        economico.

           Ecco perché spesso viene sostituito con due coloranti: la tartrazina E102 ed E110, e il
        Sunset Yellow FCF. Che necessità c’è di vendere dei prodotti con dello zafferano finto?

           Quando non si usa la chimica per imitare la polvere di zafferano, vengono adoperate
        altre soluzioni.

           Un suo sostituto è il cartamo, che non può essere paragonato allo zafferano. Chiamato
        anche  zafferanone,  viene  però  considerato  una  buona  imitazione.  La  pianta  assomiglia
        piuttosto  a  un  carciofo  in  fiore,  con  la  sua  fioritura  di  grosse  dimensioni,  e  si  trova
        soprattutto in Oriente e nella riviera francese. La cartamina è il colorante alimentare che si
        ottiene dai fiori, un estratto che assomiglia molto a quello ottenuto dallo zafferano. Ogni

        infiorescenza porta fino a 100 fiori, da qui si capisce quanto possa essere più redditizio
        coltivare  cartamo  e  farlo  passare  per  zafferano.  Di  fatto  produce  lo  stesso  effetto  dello
        zafferano, colora con la stessa efficacia, ma è l’aroma a dichiararlo una pallida imitazione,
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