Page 44 - Il mostro in tavola
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Altri effetti collaterali della forte pressione sulle coltivazioni del caffè sono la possibile
estinzione del caffè Arabica, che attualmente rappresenta il 60% del caffè consumato nel
mondo. L’allarme lanciato dal gruppo di ricerche del Royal Botanic Gardens ha previsto
che nell’arco di 70 anni la qualità di caffè così tanto amata si perderà. Sicuramente il
cambiamento climatico è tra i responsabili di questo fatto, ma come sempre c’è un legame
stretto con l’uomo. I metodi di coltivazione hanno selezionato sempre di più le varietà di
piante, portando anche il caffè a quello che viene detto fenomeno di erosione genetica,
ovvero la perdita delle varietà. Perdere varietà, e quindi biodiversità, significa esporre il
caffè ai rischi del cambiamento climatico. Inoltre l’aumentare dell’estensione delle
piantagioni di caffè e la pressione dell’uomo hanno ridotto di molto anche l’area destinata
alle varietà selvatiche di Arabica. Riducendo lo spazio disponibile, queste ultime sono
minacciate di estinzione, provocando un’eventuale perdita di geni selvatici che potrebbero
essere utili per reintrodurre nuovi geni e selezionare nuove varietà con una maggiore
risposta ai cambiamenti climatici.
Curioso a dirsi, ma a ogni tazza di caffè decretiamo lentamente la scomparsa di questa
bevanda. Dal caffè dipendono inoltre 20 milioni di agricoltori, legati alla redditività della
sua coltivazione. Dentro ogni tazzina di caffè c’è un mondo.