Page 35 - Il mostro in tavola
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Un episodio famoso è quello del «crac Parmalat», ovvero il fallimento di una delle più
        grandi  imprese  che  hanno  basato  il  proprio  successo  sul  latte  e  derivati.  Ricordo
        l’immagine  delle  molte  persone  che  gridavano  vendetta  fuori  dalle  aule  del  tribunale,
        persone che avevano investito i propri risparmi nella grande azienda considerata come un
        investimento  sicuro.  Eravamo  ancora  lontani  dalle  ombre  buie  della  crisi  economica
        globale.  Una  volta  emersa  la  bancarotta,  gli  investitori  si  sentirono  traditi.  È  questo  il
        sentimento che lega loro con tutti gli altri consumatori, i quali scoprono di essere di fronte
        a un tradimento. Non siamo più attori principali di questa partita, siamo degli utenti finali,
        e  come  tali  ci  aspettiamo  delle  garanzie.  In  alcuni  casi  se  va  male  si  può  perdere  un
        investimento, in altri possiamo rischiare la salute. La sicurezza alimentare si lega anche

        alle dinamiche economiche.
           Per il latte e i suoi derivati si giocano partite importanti, perché è un prodotto che, come
        il  vino,  si  gioca  l’integrità  attraverso  la  propria  immagine,  l’etichetta,  attraverso  i  suoi

        ingredienti e la sua trasformazione. Tra i diversi casi presentati, che sia la mozzarella che
        diventa  blu,  la  melammina  nel  latte  o  il  nome  del  formaggio  Parmesan,  c’è  sempre  in
        gioco la sicurezza alimentare. Altre volte, come nel caso del crac Parmalat, si parla di
        stabilità economica, ma fa tutto parte dello stesso mondo, collegato da un destino che ha
        come protagonisti noi e il cibo di cui ci nutriamo.
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