Page 32 - Il mostro in tavola
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eccessiva.

           Pescare nel modo giusto e migliore è uno degli obiettivi per il futuro. Pesca sostenibile
        significa  pescare  pesci  della  giusta  dimensione,  rispettare  i  periodi  di  riproduzione,
        pescare  diverse  specie  nelle  stagioni  giuste,  pescare  il  più  possibile  evitando  impatti
        ambientali, lunghi periodi di conservazione e valorizzare la risorsa ittica locale con filiere
        corte  a  sostegno  della  pesca  più  attenta  al  mare.  I  dati  della  commissione  pesca
        dell’Unione  Europea  sono  chiari:  il  modello  di  pesca  così  detto  industriale  ha  sfruttato
        largamente il mare. Nel Mediterraneo si parla dell’82% di risorse ittiche pescate oltre i
        limiti.  Si  parla  di  un  over-fishing  per  il  90%  delle  risorse  ittiche  per  specie  di  grandi
        dimensioni, tra queste il tonno e il pescespada, che stanno scomparendo dai nostri oceani.
        Nel  report  Sustainable  fisheries  make  economic  sense,  pubblicato  da  New  Economic
        Foundation, emerge come l’Europa sostenga un costo eccessivo per la pesca, che a causa
        della  sua  insostenibilità  diventa  un  costo  molto  elevato  per  tutti  i  cittadini  europei.  La

        fondazione stima che i costi siano così suddivisi: 6,6 miliardi di euro per il valore degli
        sbarchi; 3,2 miliardi per i costi sociali; 930 milioni di euro per i sussidi. Nel report viene
        evidenziata la possibilità di riuscire a finanziare fino a 20.000 pescherecci con sussidi per
        80.000 euro, con l’obiettivo di rinnovare e aiutare i pescherecci a migliorare la propria
        attrezzatura per diventare più sostenibili. La modalità a favore della pesca attuale, viste le
        cifre di sovrasfruttamento delle risorse ittiche, dovrebbe puntare a incoraggiare una pesca
        più  sostenibile;  questo  anche  secondo  Slow  Food,  che  pensa  sia  possibile  cambiare
        strategia politica per permettere la crescita di una pesca più attenta e di qualità.

           Molto distante invece da tutte le dinamiche internazionali e dai grandi problemi della
        globalizzazione, voglio chiudere il discorso del pesce con un aneddoto, molto locale. In un
        bell’articolo dal titolo Ladri di mare, scritto da Stefano Piedimonte su Cadoinpiedi.it, si
        racconta di alcuni criminali che in Italia si sono messi a rubare letteralmente l’acqua del
        mare per venderla poi ai pescivendoli dei mercati rionali per mantenere il pesce fresco.
        L’acqua però non era così fresca come si poteva credere dato che per comodità veniva
        prelevata dal porto, ed era quindi inquinata. È una storia che racconta di un mondo che
        forse  ha  da  sempre  vissuto  di  pratiche  artigianali  e  soluzioni  arrangiate,  che  male  si

        accosta  alle  grandi  questioni  del  pesce  low  cost,  ma  che  ci  ricorda  che  la  sicurezza
        alimentare si gioca su tutti i livelli, anche nel mercato rionale sotto casa grazie alle nostre
        scelte.

        1 Adkronos, Pesce fresco ma solo all’apparenza, è allarme «cafados», 21 agosto 2013.
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