Page 26 - Il mostro in tavola
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Carne guasta


           Il 17 settembre del 2012 scoppia un nuovo caso di frode alimentare, il cui protagonista è

        la carne di cavallo; la stampa britannica gli dà anche un nome, horsegate, ammiccando
        allo scandalo che aveva colpito Richard Nixon. Lo scandalo della carne di cavallo ha fatto
        emergere  nuove  e  vecchie  paure.  Un  ingrediente  «sbagliato»  è  finito  nei  prodotti
        trasformati  a  base  di  carne,  scambiando  la  carne  di  cavallo  con  quella  di  manzo.
        L’horsegate  è  uno  scandalo  alimentare  che  parla  di  trasparenza  e  tracciabilità  degli
        alimenti. In effetti, pare che le aziende di trasformazione non fossero al corrente di quanto
        stava accadendo, non erano consapevoli di avere per le mani della carne di cavallo. Solo
        con il controllo genetico è stato trovato il dna di equino, esattamente come in una puntata
        del telefilm CSI. Si sta parlando quindi di una frode di enormi dimensioni, e si diffonde tra
        i consumatori la paura di non sapere esattamente cosa c’è negli alimenti. Molti prodotti di
        diverse aziende, anche multinazionali importanti, risultano positivi ai test del DNA, e sono
        stati  ritirati  dal  mercato.  Il  4  febbraio  la  Findus  per  precauzione  preferisce  ritirare  dal

        mercato i suoi prodotti a base di carne da almeno 8 paesi: Svizzera, Paesi Bassi, Belgio,
        Germania e Svezia. Tutto inizia in Irlanda poi successivamente arriva la Francia con la
        Comigel, dopo è il turno del Regno Unito. Secondo il World Horse, uno dei motivi per cui
        la carne di cavallo finisce nei piatti è anche un problema di congiuntura economica. La
        crisi  ha  messo  alle  strette  anche  i  proprietari  dei  cavalli:  mantenerli  è  diventato
        insostenibile,  così  si  vedono  costretti  a  mandarli  al  macello  per  poter  ottenere  un
        guadagno,  seppur  minimo.  In  Irlanda  la  macellazione  dei  cavalli  è  aumentata  di  più  di
        dieci volte, si è passati dai 2000 capi del 2008 ai 25.000 del 2012, in Inghilterra si parla di
        un raddoppio in 3 anni, in Romania, invece, la carne di cavallo ha subito un crollo dei
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        prezzi arrivando a costare la metà della carne di manzo .
           Secondo  la  Coldiretti,  le  cause  dell’horsegate  vanno  ricercate  nella  filiera:  non  sono
        tutelati  a  sufficienza  i  prodotti  alimentari  a  causa  dell’assenza  di  garanzie  serie  sulla

        trasparenza  negli  scambi  commerciali.  In  particolare  non  viene  tutelato  a  sufficienza  il
        made in Italy, e quello dell’horsegate, secondo l’Associazione dei coltivatori diretti, è uno
        scandalo che colpisce il prodotto italiano. I prodotti di bassa qualità e i falsi danno vita a
        un  giro  d’affari  di  60  miliardi  di  euro.  Le  lasagne  sono  uscite  male  dallo  scandalo,  e
        secondo  Coldiretti  il  settore  ne  può  risentire  in  termini  di  occupazione.  La  tutela  del
        consumatore  tutela  anche  i  produttori,  ed  è  la  fiducia  il  motore  dell’economia
        agroalimentare.  Lo  scandalo  della  carne  di  cavallo  ha  fatto  calare  un’ombra  sul  settore
        facendo emergere nuovi dubbi e insicurezze. Non è tanto la tipologia di carne utilizzata,
        quanto  un  elemento  di  pericolo  nascosto.  Generalmente  i  cavalli  che  non  vengono
        destinati  alla  macellazione,  ad  esempio  quelli  da  corsa,  possono  essere  curati  con  un
        farmaco, un antinfiammatorio, il Bute. Esso può causare nell’uomo una malattia rara ma
        letale,  conosciuta  come  anemia  plastica.  I  cavalli  a  cui  è  stato  somministrato  questo
        farmaco, infatti, per legge non possono essere destinati alla macellazione, ma visto che la
        carne di cavallo non sarebbe dovuta nemmeno essere presente nei prodotti a base di carne
        di manzo, a questo punto la paura è cresciuta fino a supporre che potesse essere stata usata
        anche carne di cavalli da corsa. A fronte di queste supposizioni tutte le misure di sicurezza

        e il ritiro dei prodotti dal mercato si sono confermate come una corretta misura di cautela
        verso i consumatori.
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