Page 29 - I dolci napoletani in 300 ricette
P. 29

La pastiera
















             La Pastiera è uno dei dolci simbolo della tradizione napoletana in cui si
            incrociano le tradizioni familiari e la scuola pasticcera classica. Le sue ori-
            gini sono legate a un’antica leggenda, secondo la quale una notte le mogli
            dei pescatori lasciarono sulla spiaggia delle ceste con ricotta, frutta candita,
            grano e uova e fiori d’arancio come offerte per il Mare, affinché questo
            lasciasse tornare i loro mariti sani e salvi a terra. Al mattino ritornate in
            spiaggia per accogliere i loro uomini notarono che durante la notte le onde
            avevano mischiato gli ingredienti e che nelle loro ceste c’era una torta: la
            Pastiera. Sicuramente questo dolce, con il suo gusto classico poco zucche-
            rino e rinfrescato dai fiori d’arancio, accompagnava le antiche feste pagane
            per celebrare il ritorno della Primavera: la ricotta addolcita è la trasfigura-
            zione delle offerte votive di latte e miele tipiche anche delle prime cerimo-
            nie cristiane, a cui si aggiungono il grano, augurio di ricchezza e fecondità,
            e le uova, simbolo di vita nascente. L’acqua di fiori d’arancio è l’annuncio
            della bella stagione. La versione odierna fu messa a punto in un antico
            monastero napoletano rimasto sconosciuto. Comunque sia andata, ancor
            oggi sulla tavola pasquale dei napoletani questo dolce non può mancare.
            Un’altra storia molto nota racconta che Maria Teresa d’Austria, moglie del
            re Ferdinando  ii di Borbone, cedendo alle insistenze del marito, famoso
            per la sua ghiottoneria, accondiscese ad assaggiare una fetta di Pastiera
            sorridendo per la prima volta in pubblico. Ferdinando, il più napoletano
            dei Borbone, non si fece scappare la battuta: «Per far sorridere mia moglie
            ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla
            sorridere di nuovo».
             Ed ecco questa storiella in rima baciata.
   24   25   26   27   28   29   30   31   32   33   34