Page 87 - La cucina del riso
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Piemonte
risotto allo Champagne. Negli ultimi anni, con l’arrivo sul mercato italiano
dei grandi “metodi classici” e, in particolare in Piemonte, dell’Alta Langa,
spumante prodotto da uve Pinot Nero e/o Chardonnay coltivate oltre i 300
metri, si è affermato il risotto all’Alta Langa che, senza nulla togliere allo
Champagne in termini qualitativi, ha conferito un tocco di tipicità al piat-
to. Di particolare nota la sfumatura con l’Alta Langa rosato che conferisce
particolare struttura e colore, con un profumo spiccatamente fruttato che
dona delicatezza al riso. La sfumatura con vino spumante, grazie all’azione
dell’anidride carbonica, conferisce al risotto un aspetto soffice e cremo-
so che si mantiene fino alla mantecatura finale senza aggiunta di burro.
Altrettanto gradito, nella cucina più semplice e tradizionale, l’utilizzo di
vini bianchi fermi di Langa e Roero come l’Arneis e la Favorita che, dagli
anni Settanta, sono entrati a far parte della tradizione vinicola piemontese e
impiegati nella preparazione dei risotti, soppiantando i più noti e datati Gavi
ed Erbaluce. Il risotto all’Arneis, in particolare, grazie agli aromi di fiori e
frutta bianca, acidità e tipico retrogusto di mandorla amara, si propone come
un piatto molto delicato, particolarmente indicato nei periodi primaverili o
estivi, per il suo gusto piacevole e leggero.
A tavola, l’abbinamento dei vini ai risotti è soggettivo e non segue
rigide regole; sicuramente va prestata attenzione a non contrastare i gusti,
vanificando la scelta del vino utilizzato per la preparazione. È buona nor-
ma seguire la territorialità, abbinando vini provenienti dalla stessa area di
origine in modo da creare un’affinità di profumi, sapori e colori. L’aroma
del vino usato in cucina, se strutturato o aromatico, non deve sovrastare il
vino abbinato; inoltre, non dovranno esserci contrasti tra dolce e secco, aro-
matico e neutro, tannico e acido, affidandosi per la scelta anche agli aspetti
visivi, olfattivi e gustativi. Sarebbe buona regola utilizzare lo stesso tipo
di vino usato per la preparazione del piatto, eventualmente in una varian-
te leggermente più strutturata. Un risotto al Barolo obbliga quasi la scelta
dell’abbinamento ad un medesimo Barolo di buona annata e struttura. In
alternativa, anche il Barbera d’Alba, non invecchiato o affinato in botte pic-
cola per breve periodo, caratterizzato da buona acidità e poco tannino, con
un buon grado alcolico, aromi di frutta rossa, sottobosco e spezie, garan-
tisce un’ottima sinergia. Pure un Nebbiolo di medio invecchiamento, ma
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