Page 73 - La cucina del riso
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Piemonte




               alla cottura, una superiore consistenza e modesta collosità. Le varietà sono:
               Arborio, Baldo, Balilla, Carnaroli, Sant’Andrea, Loto e Gladio. La produ-
               zione si aggira intorno alle 190 tonnellate all’anno.
                    Oltre al riso di Baraggia va segnalata la “Strada del riso vercellese di
               qualità”, riconosciuta dalla Regione Piemonte, dove eccelle la coltivazio-
               ne di risi superfini come il Carnaroli, l’Arborio, il Baldo. Il riso Arborio
               prende il nome dal paese omonimo del Vercellese, e per molti anni è stato
               il riso italiano per eccellenza (nato dall’incrocio fra il Vialone e l’america-
               no Lady Wrigt). Il riso Baldo (superfino) è un derivato dell’Arborio, con
               un’ottima capacità di assorbimento dei sapori, particolarmente adatto per
               i risotti. Un’altra varietà di riso caratteristico del territorio vercellese è il
               Sant’Andrea. Prende il nome dalla basilica di Vercelli città, capolavoro
               dell’architettura gotica (eretto nel 1219, uno dei primi esempi in Italia).
               Appartiene al gruppo merceologico dei risi fini ed è caratterizzato da chic-
               chi di struttura compatta, molto versatile e quindi va utilizzato per contor-
               ni, minestre e risotti.
                    Un altro ottimo cereale della zona è il Nuovo Maratelli, cultivar sco-
               perto nel 1914 dal vercellese Mario Maratelli. Una varietà conosciuta sulle
               tavole come “il riso della domenica”, il più pregiato, ma soprattutto il riso
               usato per pagare il duro lavoro fatto dalle mondine nei campi. Tale riso



                        PrEParazioNi DELLa traDizioNE biELLEsE

                   il  riso  occupa  un  posto  di  rilievo   ragazze e giovanotti si riunivano per
                   sulla  tavola  biellese  non  soltanto   le veglie nella stalla e in montagna.
                   in  pianura,  dove  viene  coltivato,   Era usanza prepararlo nel paiolo di
                   ma anche in montagna dove arriva   rame per la cena di fine alpeggio. il
                   grazie  agli  scambi  con  i  prodotti   mactabe, cremosa minestra di riso,
                   dell’alpe. il riso è alla base di piatti   latte  e  castagne,  glorioso  simbolo
                   suadenti  e  saporiti  che  rappresen-  della cucina povera, in primavera si
                   tano  e  raccontano  l’antica  cucina   trasforma, ancora oggi, in una mine-
                   montanara. il ris an cagnun, risotto   stra  delicata  e  soffusa  di  poesia:  il
                   condito  con  toma  grassa  e  bur-  ris e malastre che sono, poi, le viole
                   ro  fuso  di  un  bel  color  nocciola,   del  pensiero  di  monte.  La  mnestra
                   era  il  piatto  tradizionale  quando   marià è una minestra di riso, bietole





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