Page 47 - La cucina del riso
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Introduzione




               riso, in Italia, stabilisce con le popolazioni ebraiche. Non esiste una cucina
               ebraica, ma vi sono tanti modi con i quali gli ebrei fanno cucina, rispettando
               le regole della Torà, che non vieta l’uso dei più diversi cereali e tanto meno
               del riso. La frequente presenza del riso nelle diverse cucine ebraiche italiane
               deriva dal fatto che spesso gli ebrei sono stati confinati in aree acquitrinose
               o paludose, propizie alla coltivazione del riso più di altri cereali. In queste
               aree gli ebrei hanno anche sviluppato accostamenti con il riso, dando origi-
               ne a ricette di pregio, salate e dolci.
                    Il riso sembra essere anche intervenuto sull’evoluzione della forchetta
               in quel di Venezia.
                    Arrivata dall’Oriente con due rebbi, la forchetta sostituisce il puncto-
               rium medievale di legno. È di nobile metallo ed è costruita con tre rebbi
               quando si usa per i risi e bisi che non sono più una minestra liquida o un
               potacchio da mangiare con il cucchiaio.
                    Una forchetta a tre rebbi, che si distacca dai due bastoncini che gli asia-
               tici usano per mangiare il loro riso, o da quella a quattro rebbi che, a Napoli,
               è usata sulle tavole dei ricchi per non mangiare con le mani maccheroni e
               spaghetti, come il popolo.
                    Oggi si stanno rivalutando le preziose virtù dell’associazione tra il riso e i
               legumi, anche nel più ampio quadro della formula “cereali + legumi = carne”.


               riso e carni
                    Secondo  un’indagine  INRAN  (Istituto  Nazionale  di  Ricerca  per  gli
               Alimenti e la Nutrizione), gli italiani mangiano in media più proteine del
               necessario e il loro consumo medio giornaliero nella dieta è del 61% in più
               di quello raccomandato. Tale eccesso è in gran parte determinato dalle pro-
               teine animali, carne in particolare, che rappresenta i due terzi dell’introito
               proteico medio. L’altra fonte principale è rappresentata, invece, da alimenti
               vegetali (legumi in primo luogo, ma anche cereali, ortaggi e semi), ma per
               quel che riguarda i legumi, per esempio, il consumo è di 20,9 g in media al
               giorno (7,6 chili l’anno). Sicuramente pochi.
                    L’idea comune è che le proteine animali siano indispensabili o migliori
               di quelle vegetali, soprattutto per chi pratica sport o compie lavori pesanti.
               Ma è veramente così?



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