Page 245 - La cucina del riso
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Lazio




               cui procedimento “è quasi sempre il medesimo”: si mettono un cucchiaio
               di strutto, della cipolla tritata, il lardo, l’aglio, il prezzemolo, una costa di
               sedano e spesso anche del prosciutto; questi ingredienti vanno battuti e poi
               rosolati. Si aggiunge il brodo e anche il pomodoro, se la ricetta lo richie-
               de; le verdure come l’indivia, le zucchine, i piselli, oppure le regaglie, si
               aggiungono al battuto ancora crude e si fanno insaporire e cuocere; infine,
               si unisce il riso secondo le modalità previste nella ricetta.
                    Prima dell’unificazione d’Italia, la Roma “papalina” viveva una vita
               semplice, entro le mura aureliane, circondata da meravigliose ville, da lus-
               sureggianti  vigne,  dagli  orti,  dalle  splendide  antichità  e  dalla  rigogliosa
               campagna romana. La nascita del Regno d’Italia portò cambiamenti radicali
               nel campo politico, sociale e di costume, che ne cambiarono il volto. L’arri-
               vo, dal Nord d’Italia e da altre regioni, di personalità di rango e di funziona-
               ri, impose nuove regole e fu portatore di una diversa mentalità, di leggi, di
               costumi differenti e di programmi per la città elaborati da estranei alla città
               stessa. Fra le modificazioni profonde vanno considerate anche quelle avve-
               nute nella cultura alimentare. Alle minestre di riso, alle torte, alle frittelle, si




                      RISO CON L’INDIVIA

                 Preparazione: fare un battuto con aglio, cipolla, carota, maggiorana e grasso di pro-
                 sciutto; soffriggerlo in olio d’oliva, quindi aggiungere il pomodoro e il sedano a dadi-
                 ni. Unire l’indivia e una patata tagliata a tocchetti fino a cottura. Aggiungere l’acqua
                 per la cottura del riso. Secondo una scuola di pensiero si deve spolverizzare con il
                 pecorino romano grattugiato; secondo un’altra si grida allo scandalo.



               aggiunsero pietanze venute dalle regioni del Nord, con tutta la serie dei
               risotti, di torte salate e dolci.
                    Mentre Ada Boni, nel proporre le sue ricette a base di riso, esalta solo la
               tradizione della cucina romana, Adolfo Giaquinto, nel suo interessante testo
               Cucina di Famiglia e pasticceria, del 1899 (Ed. Minerva), è la dimostra-
               zione dell’interesse della borghesia e dell’aristocrazia romana nei confronti
               delle nuove tendenze alimentari e delle diverse pietanze con riso giunte da



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