Page 244 - La cucina del riso
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Lazio




                 dal capitolo delle “Minestre e risotti” troviamo, oltre a quelle citate, riso e
                 fagioli, riso e patate, riso e lenticchie, riso e zucchine, riso e cicoria, risotto
                 con le seppie e il famoso timballo di riso. La presenza del riso nel lussuoso
                 timballo citato dal Belli, simile ad un saporito sartù, è un capolavoro della
                 cucina borghese romana delle grandi occasioni, ma che anche il popolo lo
                 preparava per i giorni di feste particolari.
                     La Boni, inoltre, al capitolo delle carni, non dimentica la palliata col
                 riso; fra gli “Erbaggi e Legumi”, i pomodori col riso e, infine, gli amati
                 supplì tra le “Fritture”, cui sarà dedicato un discorso a parte.
                     La caratteristica delle minestre con riso, citate da Ada Boni, è quel-
                 la di segnalare che le più liquide sono senza battuto, mentre quelle con il
                 battuto sono “piuttosto asciutte”; in tutte le minestre di legumi “conviene
                 che… siano lessati a parte”. Con il termine “battuto”, intende una base il



                             Supplì di riSo Secondo AdA Boni

                     per una ventina di supplì occorrono   regaglie. preparare anche dei dadini
                     circa quattrocento grammi di riso. Si   di  provatura  romana.  prendere  una
                     cuoce il riso in un po’ di sugo di umi-  buona  cucchiaiata  di  riso  freddo  e
                     do o, in mancanza di questo, in un   metterlo sul palmo della mano sini-
                     sugo finto. Badare che il riso non pas-  stra. Mettere al centro del riso un po’
                     si di cottura, e condirlo con del burro,   del  ripieno,  aggiungendo  anche  un
                     del parmigiano grattato e un paio di   paio di dadini di provatura. chiudere
                     uova intiere sbattute come per frittata.   il ripieno nel riso, dando ad esso la
                     Mescolare e versare il riso in un piat-  forma di una grossa crocchetta, aiu-
                     to grande allargandolo con una for-  tandosi, per ben modellarlo, con un
                     chetta e lasciarlo freddare. preparare   po’ di pane grattato, nel quale si roto-
                     intanto il ripieno, il quale potrà essere   lerà poi la supplì affinché il pane la
                     più ricco o meno ricco secondo l’op-  ricopra perfettamente in ogni sua par-
                     portunità. può essere infatti composto   te. Si fanno così tutte le supplì e poi
                     di regaglie di pollo, funghi secchi e   si friggono subito, bionde e croccanti.
                     carne in umido tritata. le regaglie si   l’impiego  dei  dadini  di  provatura  è
                     cuociono a parte con un po’ di strut-  di  prammatica.  Aprendo  la  supplì
                     to, un po’ di cipolla e un po’ di sugo;   si  formerà  come  un  lungo  filo.  per
                     i funghi secchi si fanno rinvenire pri-  questo sono chiamate a roma “sup-
                     ma in acqua fredda, poi si lavano più   prì  ar  telefono”  (supplì  al  telefono).
                     volte, si tritano e si cuociono con le   Ada Boni, La cucina romana





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