Page 24 - La cucina del riso
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Introduzione




                 tutelato per evitare che il seme sia esportato in stati avversari. L’importanza
                 del riso è tale che, nel 1567, nel mercato di Anversa, questo cereale è con-
                 siderato merce di scambio, alla stregua delle stoffe pregiate e delle armi.
                     In tutti i secoli successivi, e fino al 1850, si coltiva un’unica varietà di
                 riso, denominata Nostrale.
                     La  moderna  coltivazione  del  riso  in  Italia  si  deve  al  gesuita  padre
                 Calleri, missionario nelle Filippine, che nel 1839 torna in patria portando
                 abusivamente i semi di 43 diverse qualità di riso. Il “furto” di Calleri e la
                 genialità di Camillo Benso conte di Cavour, che stimola gli agricoltori del
                 Vercellese a istituire un sistema efficiente ed esteso d’irrigazione, segnano
                 l’avvio della risicoltura e dello studio del riso. Le varietà importate dall’Asia
                 servono ai pionieri della genetica vegetale a creare la moderna risicoltura.
                     La storia recente della risicoltura italiana, dal punto di vista produttivo
                 ed economico, fa riferimento a due importanti elementi: presenza in Italia
                 dell’Ente Nazionale Risi, organismo di tutela e promozione, e, all’inter-
                 no della Politica Agricola Comune (PAC) della UE, dell’Organizzazione
                 Comune di Mercato (OCM).
                     In Italia il riso si semina in primavera ed è raccolto dopo 140-180 gior-
                 ni, secondo la varietà, in autunno. Oggi, la risicoltura italiana è incentrata
                 nelle  provincie  di  Pavia, Vercelli,  Novara,  Milano,  senza  dimenticare  le
                 provincie di Verona e Mantova, e sintetizzata dai seguenti dati: superficie
                 coltivata a riso 230.000 ettari; produzione lorda 1.500.000 tonnellate; resa
                 di 6,40 tonnellate per ettaro; produzione di riso lavorato pari a 916.000 ton-
                 nellate. Metà della produzione nazionale di riso è consumata in Italia, con
                 l’utilizzo di varietà coltivate su circa 56.000 ettari e adatte alla preparazione
                 di piatti tipici e risotti. Le varietà più usate a questo scopo sono: Arborio,
                 Volano, Carnaroli, S. Andrea, Baldo, Roma, e Vialone nano, quest’ultima
                 Indicazione Geografica Protetta (Igp).
                     Tra i risi tondi, usati prevalentemente per minestre e riso soffiato, vi
                 sono le varietà Balilla, Centauro, Selenio e Brio coltivate su circa 50.000
                 ettari. Le varietà Lungo A, a granello cristallino, e usate soprattutto come
                 parboiled, e in gran parte esportate, sono coltivate su circa 40.000 ettari.
                     Le varietà indica, che si sono recentemente diffuse in Italia e coltivate
                 su circa 70.000 ettari, sono Thaibonnet, Gladio e Libero.



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