Page 196 - La cucina del riso
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Emilia Romagna
succulenti ai semplici dolcetti invernali. Più frequentemente si trattava di
minestre: minestre matte, dove il riso dava nobiltà alla preparazione e un po’
di conserva, insieme a un semplice battuto di lardo e cipolla, rendevano sapo-
rite le tante verdure. Erano allora, seguendo le stagioni, minestre di riso con
il cavolo, con gli spinaci, con i piselli, con le zucchine o altre verdure ancora.
Più ricca e molto apprezzata era una ricetta in cui il riso era cotto nel brodo
di carne, ma ciò che gli dava un sapore del tutto speciale era l’uovo ben sbat-
tuto, con un pizzico di noce moscata (in alternativa un po’ di buccia di limone
grattugiata), da versare nel brodo quando il riso, già cotto, cominciava a intie-
pidire, in modo che l’uovo si amalgamasse al brodo senza fare la stracciatella.
Un’abbondante manciata di formaggio grattugiato rendeva ancora più saporita
e profumata questa minestra, anche oggi così comune nel territorio.
Molto apprezzate erano anche le preparazioni asciutte, dal riso sem-
plicemente bollito e condito poi con un filo d’olio, al riso detto in cagnone,
sempre bollito ma condito con abbondante burro e parmigiano. Molto varia
Itinerari di Cultura Gastronomica 195