Page 153 - La cucina del riso
P. 153

Veneto






                      FRITOLA CON LA MARESINA
                 Ingredienti: 1 lt d’acqua, 600 g di farina bianca, 15 g di sale grosso, 50 g di riso (usa-
                 re riso che alla cottura si deve spappolare), rametti di maresina (Matricaria partenio)
                 a piacere.
                 Preparazione: far bollire il riso fino ad ottenere una crema densa; nell’acqua fredda
                 aggiungere il sale grosso, scioglierlo e poi amalgamare la crema di riso bollito. Unire,
                 mescolando lentamente con una frusta, la farina bianca fino ad ottenere una pastella
                 di media densità e lasciarla riposare per qualche ora. Con un mestolino versare, in una
                 teglia con olio di semi bollente, una quantità di pastella che si estenda per circa 12 cm
                 e subito appoggiarvi sopra le foglie di maresina coprendole con la pastella. A frittura
                 ultimata, scolare la “fritola” e deporla su carta assorbente.


               mercato. Dal granello molto lungo e grosso, ricco di amilosio, è molto consi-
               stente e garantisce un’ottima tenuta in cottura. È considerato anch’esso il “re
               dei risi” per i risotti (pur essendo adatto a ogni tipo di preparazione) in quan-
               to rimane al dente e aiuta la mantecatura, rilasciando l’amido di superficie.
               Il riso di Grumolo delle Abbadesse deve le sue caratteristiche organolettiche
               al tipo di terreno nel quale è coltivato: si tratta di suoli generalmente franco-
               limosi e, in alcune zone, franco-sabbiosi. Sono sub-alcalini, mediamente
               dotati di calcare, di sostanza organica e di azoto mineralizzato. I contenuti
               in fosforo, in potassio e in ferro sono mediamente buoni e determinano un
               alto livello di fertilità minerale del terreno.
                    Durante le fiere o le sagre paesane c’era sempre, una volta, e sporadi-
               camente anche al giorno d’oggi, un “fritolaro” che, sopra un bidone dove
               accendeva il fuoco, teneva una “farsora” (una padella) con dell’olio bollente
               nel quale friggeva tre tipi di frittelle: con la “sardela” (sardina), la più cara,
               costava 50 centesimi di lira; con la “maresina”, che costava 30 centesimi,
               e di pura “pastela”, la più economica, perché costava solo 20 centesimi.
               Naturalmente quest’ultima era costituita solo da acqua, farina bianca e riso,
               un po’ di zucchero e un pizzico di vaniglia.
                    Le prime documentazioni sulla presenza di coltivazioni di riso in Pole-
               sine, in particolare nel territorio del Delta del Po, risalgono alla fine del XV
               secolo, ma la produzione estensiva e organizzata si sviluppò solo a partire



             152                                                   Accademia Italiana della Cucina
   148   149   150   151   152   153   154   155   156   157   158