Page 157 - La cucina del riso
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Veneto
le verdure, insomma, che orto e campo offrivano. Ingredienti con i quali ogni
buona massaia riusciva ad approntare una pietanza saporita e nutriente con
il poco disponibile anche nei rigidi mesi invernali. C’è da dire che la mine-
stra così preparata, piatto caldo e saporito, era il pasto serale, consolatorio e
nutriente, per il contadino stanco al ritorno dai campi. La domenica, in occa-
sione delle festività canoniche e di particolari ricorrenze, come i matrimoni e i
battesimi, divenivano compagne del riso le frattaglie degli animali da cortile o
certe salsicce particolarmente aromatiche (arricchite con un insieme di spezia
chiamata “dosa”) dette appunto “luganeghe da riso”.
Oggi questi piatti hanno subito un’evoluzione e vengono offerti sotto
forma di risotti che, per ricordare i trascorsi brodosi, vengono mantenuti
morbidi, fluidi, o meglio, “all’onda” (secondo la definizione del Mazzotti),
quasi ancora da mangiare usando il cucchiaio. Ormai il riso viene consuma-
to, sia in casa che al ristorante, nei risotti, particolarmente curati e ricchi di
sapore, che diventano la migliore carta di presentazione del cuoco, quando
sono serviti alla giusta cottura e “mantecatura”.
156 Accademia Italiana della Cucina