Page 151 - La cucina del riso
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Veneto




               chiamata così perché voluta e fatta costruire dalle monache benedettine di
               San Pietro. A seguito delle numerose altre richieste di autorizzazione alla
               messa in opera di risaie, presentate ai “Provveditori sopra i beni inculti”,
               datano agli anni 1562-1563 i primi progetti per la coltivazione di riso, men-
               tre sono del 1613 i primi interventi per una sistemazione organica delle
               acque della zona. L’anno successivo, poi, i Provveditori Francesco Bembo,
               Antonio Bragadin e Lorenzo Morosini concedono alla monache di San Pie-
               tro, qui presenti da secoli, la possibilità di coltivare a riso 32 campi della
               zona. Oggi, nel territorio vicentino, si coltivano circa 130 ettari, quasi tutti
               concentrati nella zona intorno a Grumolo delle Abbadesse e quasi totalmen-
               te destinati alla produzione di Vialone nano.
                    Tre sono i centri di eccellenza della risicoltura nel Veneto: ai due sto-
               ricamente già esaminati si deve aggiungere il Delta del Po per la provincia
               di Rovigo.




               tutela e promozione


                    L’importanza del riso nell’economia “isolana” (Bassa Veronese - Iso-
               la della Scala) è fondamentale. Introdotta nel territorio, come s’è visto, sin
               dal XVII secolo, la coltivazione si sviluppò progressivamente tanto che, per
               tutelare il prodotto, nel 1979 venne istituito il “Consorzio per la tutela del
               riso Vialone nano veronese” . Questo impegno fu premiato dall’ottenimento,
               nel 1996, per il “Semifino Vialone nano veronese” del marchio Igp, primo in
               Europa. Le iniziative per tutelare e promuovere questo prodotto sono nume-
               rose, ma due meritano menzione: la “Strada del Riso” e, ancor più, la “Fiera
               del Riso” che fu istituita nel 1966 e ha avuto il merito di far conoscere sul
               “campo” l’eccellenza di questo prodotto considerato la “fuoriserie” dei risi da
               risotto. La Fiera porta al “Palariso” (struttura in legno e vetro che vista dall’al-
               to ricorda, appunto, un chicco di riso) chef e ristoratori da diverse regioni
               italiane, i quali propongono, oltre al tradizionale risotto all’isolana, ognuno
               un piatto di riso accompagnato dal vino regionale appropriato. La particola-
               rità dell’evento sta nella filiera cortissima dalla risaia al piatto. Infatti il riso,
               ad Isola della Scala e nei limitrofi comuni veronesi, viene coltivato da piccole



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