Page 148 - La cucina del riso
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Veneto




                 un’immediata, conseguente, contrazione delle superfici dedicate. Se, come
                 si è detto, la prima espansione e regolamentazione si ebbe sotto il dominio
                 della Repubblica di Venezia, l’attenzione alla risicoltura non scemò sotto il
                 successivo dominio austriaco che ebbe cura di tutelarne il valore.
                     Il riso, inizialmente, non fu utilizzato come cibo di larga diffusione,
                 bensì come spezia o medicamento e come tale costava. Quando se ne iniziò
                 l’uso come alimento, entrò, quindi, dapprima nelle cucine dei ricchi, infatti
                 gli universalmente noti risi e bisi erano il mangiare del Doge.
                     Progressivamente, con il diffondersi della coltura, le diversificazioni
                 del prodotto e la diminuzione del prezzo, il riso entrò, e per fortuna, anche
                 nelle cucine dei poveri e sfamò intere generazioni.
                     Le zone nelle quali, per prime, si sviluppa la coltura del riso furono il
                 Veronese e il Vicentino. Nel Veronese, la coltivazione venne introdotta dai
                 milanesi, nel primo Cinquecento, nella zona oggi corrispondente ai comuni
                 di Palù e Zevio. Rapidamente si diffuse anche in altre aree della provincia,
                 coinvolgendo fin da subito numerose famiglie del ceto dirigente della città
                 atesina, nonché del patriziato veneziano, attirate dalle possibilità di guadagno.
                     Datano al terzo decennio del Cinquecento le prime attestazioni relative
                 alla costruzione di impianti idraulici per la brillatura del riso e alla commer-
                 cializzazione, fuori dallo Stato veneziano, del riso prodotto. Tra il 1529 e il
                 1532, infatti, pile da riso sono sicuramente in funzione a Roncanova e Gazzo



 Aneddoto su “risi e bisi”  ai contadini di Lumignano e vedrete   che i Genovesi o gli Spagnoli).
                     che la settimana prossima avremo il   Questo dialogo fantasioso riassume
                     nostro piatto).                  infatti  quello  che  successe  allora
                     “Ma i visentini i vende più caro de   e “risi e bisi” è diventato un piatto
                     tuti” (Ma i vicentini vendono i loro   talmente veneto che si dice esser ser-
                     prodotti più cari di tutti gli altri).  vito sulla tavola dei dogi e dei nobili
                     “Pagheli ma a San Marco el piato ga   veneziani  e  di  terraferma  fino  al
                     da esser su le nostre tole. Meio pagar   1797. nel XVii e XViii secolo, epoca
                     i visentini e le moneghe de Grumolo   del  massimo  splendore  del  riso  di
                     che i Genovesi o i Spagnoli” (Pagateli   Grumolo  delle  Abbadesse,  questo
                     ma a San Marco il piatto deve essere   prodotto  finisce  anche  sulle  tavole
                     sulle  nostre  tavole.  Meglio  pagare  i   dei principali regnanti europei d’Au-
                     vicentini e le monache di Grumolo   stria, di Germania e d’ungheria.




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