Page 9 - Vita di Lionardo Vigo
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E i suoi tempi                     67


             Casalinga e  massaia governò  bene  casa  sua;  p r udente  ed  i n ge­
          nua  corresse  nel giovane  marirn  alcun  vizio  giovanile  solo  con  la
          blandizie.  e  allegrò  gli  ulri m  i   ann i   della  vita  del  s u ocero  per  in­
          veterata  podagra  e  chiragra  inch i odato  nel  lena.
             Finchè  m  i a  madre visse,  io  le  era  di  confo  r to.  e  con  la  sua  vi­
          gile  assisrenza  rinvigoriva  la  mia  gracile  complessione:  appena
          avea  io compiuro  d u e  anni,  essa ebbe concesso da Dio un secondo
          maschio,  cui  imposero  il  nome  d i   Pierro.  il  q u ale  non  appena
          giunto  a  nove giorni  di  sua  aborrira  esistenza,  spirò.  E  spirò  per
          insipienza  de' medici  e  per  i  crepacuori  diuturni  sofferti  da  mia
          madre.  Quasi fossero  pochi  quell i   che le venivano  da' cognati,  vi
          si  aggiu n sero  q u elli  de'  Calanna.  I n    q u el  tempo  tornava  da
          Tunisi.  ricomprato  da  schiavirt1,  P i erro  gen i tore  della  madre
           mia,  e  non  potendo  disciogliere  i  matrimon i   comrani  dalle  fi­
          glie,  volse  l'animo  a  s p ogliarle  della  meschina  dote  loro  asse­
           gnata  dal  fratello  Andrea  nell'assenza  paterna.  E  come  uomo  di
          curia  dichiarò  n u llo  l'atto  dotale  per  d i f etto  d i   facolrà  del  fi­
           glio,  e  (orrendo  a  dirsi  e  p i ù   a  farsi)  accusò  mio  padre  e  mia
           madre  di  aver  avvelenato  G  i useppa  Pucci  moglie  dell'avo  mio  !
             Un  parricidio  !  M  i o  padre sbigottì.  nessun de' Viga  fu  per  lui,
          egli  non sapea  nè  di  Barralo,  nè di  Baldo.  e  per non  immergersi
           nelle  interminabili liti,  che  minacciavagli  i l   suocero,  gli  rinunziò
          grande  parte  della  renu i ssima  dote  p r omessagli .   q u ell'arcigno
          vecchione  fu  pago,  e  scordò  la  mogl ie,  che  non  avea  mai  amato
          ed era morta naturalmente e  non mai  di veleno.
             Con  sì  lieti  a u spici  sorgea  la  novella  famigliuola  come  in  u n
           deserto,  d'ogni  dove  circon d ata  d'odio  e  d i   consanguinei  giurati
          a  spogliarla,  perché  si credeano essi spogliati  di q u el  nonnulla che
           le  prestavano  pe·  loro  alimenti.
             Unico suo  conforto  era  mio nonno Leonardo.  egli volea  q u oti­
           dianamente  mia  madre  e  me  al  suo  capezzale,  e  la  sovven i a   di
           amorevoli  modi  e  soccors i .   Ma già  l'Ab.  Gioacchino  deli b erava
           dar  moglie  al  p r imogeniro  Lorenzo,  le  scegliea  Agrip p i n a
           F u ccio  de'  baroni  Sanzà  d i   Lentini,  celebravansi  le  nozze  con
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