Page 8 - Vita di Lionardo Vigo
P. 8

66                      Lionardo  Vi g o

         meni  il  sac.  Sebastiano  Leo n ardi,  imponendomi   nomi  di
         Lionardo,  Mariano.  Rosario.

           Capi t olo  2


           L'infanzia.


            I o   nacqui,  nè fu  i   consolato  di  un  bacio  dagli zii, ma la snatu­
         rata  i n differenza  de'  fratell i   di  mio  padre  avea  compenso  nelle
         dolcissime  cure  che  di  me  si  davano  le  sue  sorelle  Maria  ed
        Agata,  e  il  mio  buon  avo  Leon a rdo.  Appena  mia  madre  fu  i n
         grado  d i   viaggiare,  essendo  imminenti  le  ven d emmie  s i   recò  al
         vigneto  di  Ballo,  che  era  staro  assegnaro  a  mio  padre  da'  Vigo
         per  trarne  alime n t o  alla  nuova  famigliuola:  a  mezza  via  è
         Lardichetto  esteso  podere  de'  Vigo  ove  villeggiava  mio  nonno  e
         la  famiglia  tutta:  colà fermossi  a  desinare  la  madre  mia,  e  non le
         fu  r ono  risparmiati  nè  oltraggi,  nè  umiliazioni  da'  cognati,  e  pre­
         cipuamente  da  Lorenzo  e  da  Giovanni.  Se  la  s u a  gravidanza  era
         stara  avvelenata  a  larghe  tazze  di  fìele,  il  giuramento  dato  al  ma­
         rito  all'altare,  il  parco.  i l   battesimo  disert i ,   senza  un  volro
         amico,  oramai  ch'era  entrata  i n   casa Vigo  s'inasprivano  i  suoi  do­
         lori.  Così  mano  mano  andava  guastandosi  l'organismo  della  po­
         vera madre mia,  e  il  latte  ch'io  succhiava  dal  suo  petto  era  misro
         di  lagrime.
            I g nazia  Calan n a  mia  adorata  genitrice  era  bassa,  ma  svelta
         della persona.  di occhi e  capelli  castagni,  carni  bianche.  naso pro­
         fìlaro,  bocca  grandetta  e  cesta  grosssa,  mente  d'aquila  e  core
         d'angiolo:  p a rlava  con  grazia,  e  siccome  coloriva  acconciamen r e
         le  sue  i d ee,  faceasi  amare  da  quanri  la  conosceano  e  anche  oggi.
         dopo  mezzo  secolo  ch'è  sepolta,  è  ricordata  con  ammirazione  ed
         elogio.  I n    monastero  le  avevano  imparato  a  leggere.  essa  da  sè
         furtivamente apprese  lo scrivere  e  a  leggiucchiare  il  latino.  Il  s u o
         cuore  era  fatto  per  amare  e  riamare,  e  siccome  il  s u ocero,  il  ma­
         rito  e alquanto  la suocera le voleano bene, essa fu  t u tta per essi.
   3   4   5   6   7   8   9   10   11   12   13