Page 5 - Vita di Lionardo Vigo
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E i suoi tempi                     63


            conrro  di  me.
              L'eccellenre  mio  avo  amava  tutti  i  fìgli  di  pari  afferro .   in  lui
            tenzonavano due pri n cipi.  i l   cuore volea parrire  i  suoi  beni  a' suoi
            fi g l i ,  la  mente  arricchire  i  maschi ,   e  più  il  primo  nato  Lorenzo.
            Lottavano  con  pari  forza aristocrazia e  paterni t à. Ma era in  f a mi­
            glia  u n   demone,  che anche  nell'aspetto  avea  del  demoniaco.  ed
            era  corestui quel Gioacchino di lui  fr atello,  il quale,  non potendo
            convivere  con  i  minoriri,  gittata  la  tonaca.  e  assumo  nome di Ab.
            Vigo,  ror r o  ad  ogni  libidine,  prepotente.  sci uparore,  mendace.
            rubava  e  dominava  tutti  e  più  il  fratello  Leonardo  e  la  cognata
            Caterina.
               Costui  tra  per  le  idee  del  secolo,  tra  per  le  tradizioni  dome­
            stiche,  tra  per la invidia che  tutto  il  ramo  secondogeniale portava
            a  quello  del  Marchese  di  Gallidoro ,   e  abborrendo  la  f e condità
            della  cognata,  divisò  legare  quanti  più  potesse  de'  Viga  Platania
            al  celibato e  fosse anco  al  suo modo.  talchè  le vaste  ricchezze  del
            fratello  redasse  il  primo  nato  Lorenzo.  eh 'egli  serbava  agli  onori
            del  calamo  n u ziale.
               Ma  D  i o  avea  disposto  ben  altrimenti  ad  onra  dell' i ngiustizia
            degli  uomi n i ,  e  quasi  a  dispetto  di  quel  vam  p i r o  aristocratico  i
            Vigo  si  moltiplicarono  come  i  figli  del  benedetto  delle  sacre
            carte.
               L ' Ab.  G  i oacchino  con  esempi  tratti  dalla  scritrura.  eh 'egli
            forse  avea  lerto  q u alche  volra  stanco  dell'orgia,  delle  bische  e
            delle  oscenità  del  postribolo,  andava  abbindolando  la  semplice
            cognata  con  leggende  di  Esaù,  d i   G  i acobbe.  e  di  santi  e  patriar­
            chi,  persuadendola,  che chi  per primo  nasce  è  il  prescelto  da  D  i o:
            ma  d i m  enticava  essere staro  Caino  il  primo  nato  di Adamo.  E
            siffattamenre  abbindolò  quella  santa  donna  della  mia buona ava,
            che  la  spinse  ad  operare  ogni  s u o  parere  perché  il  marito  i n sti­
            ruisse  un  fidecommesso  agnatizio  in  pro  di  Lorenzo.  Ma  poco  o
            n u lla  poterono  sul  cuore  di  mio  nonno.  l'una  con  le  insinuazioni
            con i ugali ,   l'altro  con le sue  spavalderie.  I  miei  antenati  ad onra
            delle  consuetudini  aveano  formato  un  fidecommesso  regolare.  la
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