Page 54 - Vita di Lionardo Vigo
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1 1 2 Lionardo Vigo
di Mauro mossi da Aci, i n Catani a s i u n ì con n o i il S i g.
Venanzio Trigona e r u t ti e tre uno a cavallo alternativamente e
due i n lettiga, movemmo per Palermo. Era nel cuor dell' i nverno.
non erano vie p r aticabili. il fango, il disagio da non potersi né
credere, né descrivere. Di tutto quest'anno non trovo in famiglia
che u n a sola mia lettera in siciliana favella e d i r etta a mio padre
da Termini e segnata del n. 3. Con essa gli narro aver impiegato
cin q u e giorni in q u el viaggio, che nel p r imo pranzammo alla
Cuba e pernottammo alli Pagliara, nel secondo pranzammo alla
Calderara e pernottammo al P r iolo. nel terzo a Limena e
Caltauwro, da dove partimmo digiuni per f e rmarci a Termini,
della quale città rasentando Bagheria il 6 gennaro, come i tre
magi, a 1 6 ore finalmente giungemmo in Palermo.
Non a dire l'impressione cagionatami dalla s t erm i n ata mole
della nostra magnifica capitale: mi sublimava alla sua altezza, e
con gioia ed entusiasmo mi trovava i n un campo vasto e non p i ù
negli angusti termin i del mio paese.
Dopo aver posato a· Lanerini, immondissima locanda ove al
bergar solevano gli acitani. i quali per la loro grettezza sceglie
vano gli alberghi più sordidi che vi fossero i n o g n i città; dopo
aver conteggiato col S i g. Di M a uro, il q u ale per sola cibaria e al
loggio del viaggio mi fe' snocciolare onze 4 . 2 5 . 1 O seguendo I' u
sanza de· prefettini del collegio abbracciai il S i g. La Rosa
(Mariano) da me amato con riboccante affetto al mio soli t o e
con la solita i m prudenza. E subito i n s u a compagnia mi diressi a
cercare l ' a b i tazione di mio zio Salvatore a cui mi aveva confi
dato mio padre.
La Rosa la ignorava, io sapea esser presso Porta Macqueda, ma
l'amico mio scaltramente ne chiese ad un farmacista. e ben fece
poiché quel mio zio ama abbeverarsi di medicamenti in ottimo
stato di salute, e il farmacista subito gli additò q u ale si fosse:
appena fattemi sali r le scale. andò via, ed io mi stiedi fra ignori
ad aspettare il volto amico dello zio.