Page 50 - Vita di Lionardo Vigo
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        a  Geniale,  volendo così  trarre  Dafni all'Ema  da'  monti  Erei.
          Ma  ben  prima di  essere  riordinata  quella  letteraria  palestra,  io
        li  adunai  c u cci  in  casa  del  Barone  Saverio  M  u smeci  a  celebrare
        Cristoforo  Colombo,  e  quell'accademia  riuscì  grave  e  solenne  e
        propagò  l'amor  delle  lettere  e  la  gara  fra  q u anti  conosceano  la
        poesia.  Questa  sublime  educatrice  della  società  era  morra  col
        sorgere  dell'Orato r io  e  per  sua  opera,  il  paese  era  perciò  imbar­
        barito,  io  m  i r ando  sempre  a  riedificarlo  moralmente  cominciai
        da questo  primo  passo.  ed ebbe meco quanti  non erano affatto  li­
        gii  a'  P u zzolenti  Padri;  ed  essi  stessi  i n scii  dell'iniziata  rivolu­
        zione, se non mi favorivano, non mi avversavano ancora.
           F r a  gli  altri  era  meco  ! ' Ab.  Diego  Costarelli  giovane  scu­
        dioso .  discepolo  d i   Ragonisi .  e  allora  mio  intimo  amico,  quanto
        di poi  mi  f u   velenoso  nemico.  lo sciupava  seco  lui  tutte  le  ore  li­
        bere.  ed  egli  non  che  amarmi ,   m'idolatrava;  e  in  quell'assemblea
        poetica  tenuta  per Cristoforo  Colombo,  egli  lesse  pubblicamente
        un 'Ode  per  me  di  elogi  cosi  sperticati  da  far  arrossire  l r sione,  e
        la  minor  cosa  che  m  i   dicesse  si  era  esser  io  povero  fante  niente
        meno  che  Apolline!  Quell'ode  é  autografa  e  presso  di  me  (Voi.
        p.).  lo  era  abbandonato  a  me s t esso  i n   u n   paese  l u ssuriosissimo,
        sfaccendato,  giocatore,  e  intanto  non  mi contaminai  di  nessun vi­
        zio  per  un  buon  riguardo  di  fo  r tuna,  per  la  crescente  f e bbre  di
        studiare.  perché  i m  merso  nella  riordinazione  dell'Accademia,  e
        viepp i ù   per  l'amore  dell ' U  nica,  ali m  entato  i n   me  dal  Costarelli.
        Quando  il  nostro  cuore  si fa  santuario  di  u n   affetto  purissimo,  e
        tutto  di  sé  lo  i n vasa,  non può  esser  corrotto:  l'amore,  e  meglio  i l
        primo,  santificato  dalla  virt ù ,   é  raggio  d i   l u ce,  che  attraversa
        l'immondie  e  non  se  ne  lorda.  Beato  col u i  il  di  cui primo  amore
        é  di  q u esta  tempera,  e  cale  per  divina  provvidenza  fu  il  mio,  ed
        oramai  eran  sette  anni  ch'io  non vivea  che  per  l'Unica  e  di  essa
        sola.  E  allorché  nel  1 8 5 4   scrissi  La  Ricciarda  d i   me  e  non  di
        G  u ido  parlai  q u ando  dissi:
          E'  suggello  i l   primo  amore
          I n delebile  ed  arcano,
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