Page 52 - Vita di Lionardo Vigo
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n1ss1mo, ed oltre a tanti favori seco l u i p i ù fìare m ' i n trodusse
nella casa beatificata dalla presenza dell'Unica: anzi mi donò di
un serpe lungo e nero, senza derni e mansuetissimo. ch' i o conser
vava enrro un marzapano pieno di crusca. Or si fosse per bizzarria
di gioventù, pe' ricordi conservatici dagli amichi e p i ù da
Plutarco, o per q u alsiasi causa ch'io medesimo non saprei spie
gare. quel serpe mi s'era fatto amico, io lo amava, e p i ù volte lo
recai presso l'Unica, la quale se ne spaventava dapprima, ma con
l'abitudine di vederlo non solo non lo fuggiva, anzi volea vederlo
a quando a quando. Il serpe, che tanto nocque ad Adamo, mi fu
utilissimo ed io gli p r estai culto se non come gl i ebrei. come i
poeti e gl'innamorati a tutto che lor giovi.
Ma quel foca divampò vie maggiormente al ritorno in città
dopo l'autunno, e giu n se a raie da conoscerlo mio padre e tutta la
famiglia mia e dell'Unica.
I l Costarelli m ' insinuava pensieri di matrimonio, io certa
mente avrei amato congiungere la mia vita a colei che D i o nella
sua provvidenza mi avea predestinato a compagna; ma in quel
l'età mi sembrava sconvenevole e dannoso ad entrambi; deside
rava continuare i m i ei studii, farmi uomo. e poi tornando a casa
riposarmi nella custodia di quel!' essere sovrannaturale a' miei
sguardi.
Allora si s u scitò in me una lotta · crudele fra lamore e il do
vere, e siccome r angelo mio custode sempre mi ha spinto per la
via pit1 diritta , quantu n q u e non approvata da nmi gli uomini, il
dovere frenava l a passione.
Leggeva mai semp r e l'Alcide al bivio, e piangeva e non sapea ri
solvermi; quando un giorno mio padre. senza il suo austero cipi
glio, mi chiamò a sé. e dissemi conoscer tutto . aggiungendo esser
risoluto a cacciarmi di casa dandomi sol gri alimenti, se io mi
ostinava a volermi accasare in cosi tenera età; se poi mi risolvea a
continuare i miei srudii , allora mi avrebbe spedito i n Palermo e
mi avrebbe amato sempre dippiù. Così detto mi voltò le spalle,
ed io rimasi come colui a cui caschi il fulmine a' piedi.