Page 57 - Vita di Lionardo Vigo
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E i suoi tempi                    1 1 5


           quali  a  coro  ripetevano  le  bestem  m  i e  del  l o r o  corifeo  Ab.
           Bettinelli  di vetuperata  memoria.  Nascé  non  solo  mi  fe'  assapo­
           rare  il  Dante .   ma  mi  fe'  raccare  con  mano  come  le  bellezze  vere
           delle  poesie  di  Vincenzo  Momi,  ch'io  ammirava  estatico,  deri­
          vavano  dal  nostro  massimo poeta.
             Fu  questo  per me  come  l'oscillazione  della  lampada,  la  caduta
           del  pomo  per  Galileo  Galilei,  per  Isacco  Newton,  disbendatir.:;
           gli  occhi  vidi  e  camminai  da  me  solo.
             Se  io  avessi  serbato  i  fasci  delle  mie  rime  di  quelli  primis- .
           simi  sedici  anni,  e  i  fasci  delle  rime  de'  seguenti,  leggendoli  e
           raffrontando l i ,   un  uomo  dell'arte  vi  avrebbe  scorro  due  forme
           p i enamente  contrarie,  tutte  e  due  amorfe,  ma  fra  loro  ricalci­
           tranti  al  tempo  medes i m  o .
             E  cosl  rifeci  interamente  m  e   stesso.  e  mencr'era  stato  frugoni­
           ano-cesarottiano-montiano  e  per arrota giannesco,  mi  ricomposi
           pseudo  cesarottiano-monriano-dantesco;  e  su  quella traccia ravvi­
           sai  i  miei  novelli  studi.
             Ad essi  io consacrava  t u t ta,  tutcissima la vita  mia;  ma siccome
           era  nella  prima  effervescenza  della  gioventù,  senza  mai  tradire  il
           mio  debito.  rubava al  sonno  quante  ore  porea,  per  consacrarle  a'
           piaceri .
             M  i o  z i o    � i  avea  i n t r o d otto  p r esso  due  famiglie  Perez,
           Perrelli;  nella p r ima  si  cantava e  giocava,  nella seconda  si  chiac­
           cherava.  in  entrambe si perdea vacuamente  il  tempo;  io  delle  due
           preferiva  la  seconda.  perché  p i ù   espansiva  o  perché  rutta  di  f e ­
           mine,  e  seco  loro  m  ' i ntertenea quando  potea  lasciare Aristotile e
           Dance.  Non  poco  avrei  a  dire  della  pane  aneddotica  di  questo
           mio  primo  soggiorno  in  Palermo,  ma  perché  mi  restano  a  scri­
           vere  i  fatti  q u arant'anni quas i   della  mia  sempre  agitata  e  sempre
           infelice  esistenza,  colgo  il  tacerli  e  mi  stringo  a  quelli  solo  che
           non  com  p r o m  ettono  l ' a l t rui  fama.  I n    casa · Perez  conobbi
           Agostino  Gallo.  che  ho sempre  pregiato  ed amato per i  suoi me-
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