Page 58 - Vita di Lionardo Vigo
P. 58

1 1 6                   Lionardo  Vi g o


         riti,  e  per  i l   s u o  svisceratissimo  amore  a  S i cilia;  egli  allora
         scampava  le  s u e  Rime  ed  avea  2 5   anni.  Nelle  p u bbliche  vie  e
         nella  cattedra  conobbi  Scinà,  e  m  i   sentii  per  l u i  una  rispettosa
         divozione,  non osai  avvicinarlo per q u el  s_uo  cipiglio  tra  l'altero  e
         il  f e roce.
           Conobbi  il  maggior  numero  delle  Donne  Paole  di  Palermo,  e
         ne  uscii  salvo  per divino  miracolo,  i n   u n a  sera  ne  visi t ai  sette  di
         seguico;  ma la mia Cariddi  fu  un'incognita  la quale  i n contracomi
         presso  il  Collegio  Calasanzio  circa  ad  un 'ora  di  notte,  e  veden­
         domi  rutto  solo,  mi  si  accostò  e  datom  i   il  braccio  mi  condusse
         seco  oltre  la piazza  del  Capo  vicino  S.  Marco,  e  lì  nella  sua  casa:
         lasciatala  mi  trovai  con  qualche  moneta di  meno,  e  qualche  male
         in più.
           Nel  maggio  m  i o   zio  mosse  per  Napoli  con  u n   figlio  del
         Marchese  Vigo  chiamaco  Tiburzio  per  le  lici  di  famiglia,  ed  io
         restai  solo,  il  che  equivaleva  restai  com'era  stato,  giacché  mio
         zio  non  m  i   sorvegliò  mai  né  da mentore,  né  da  t u t ore  e  molco
         meno  da  padre.  e  non  i n t ermisi  i  miei  studi ,   anzi  i n   essi  m'im-
             .
                            .
         mem  con  maggior  impero.
                        .
           Venuta  l'està  e  com  i n ciata  la  musica  alla  marina,  i o   v'assistea
         ogni  sera  con  le  Perrelli  e  le  Ferrini  loro  amiche  e  un  Langer  te­
         desco.  e  tra  lo  star  l u ngamen t e  in  quell'algosa  e  p u t rida  cloaca
         nella  quale  va  a  respirare  esaltazion i   pestilenziali  tutta  Palermo,
         e  tra  lo  star  lungamente  a  Porta S.  Antonio,  ove  proprio  abi t a­
         vano  le  Perrelli ,   contrassi  una  violentissima  f e bbre  d'aria.  che  m  i
         volea  a d   ogni  modo  corre  l'incomodo  di  vivere  e  patire  quest 'al­
         tri non pochi anni.
           Ma  per la sollecita  cura del  Barone  don  Salvatore  Pennisi  mio
         compaesano, e  del famoso avv.  don Emanuele Rossi  fui tra morto
         e  vivo  i n saccato  in  una  lettiga  e  mandaco  in  Aci .   A  casa  mia  si
         credea  di esser già morto.  e  a  poche miglia da Palermo  incontrai
         il  corriere  il  quale  recava  lettere a  me  se  vivo,  con  ordine  di  ri-
   53   54   55   56   57   58   59   60   61   62   63