Page 47 - Vita di Lionardo Vigo
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E i suoi tempi                    1 0 5


           role:  " L a  maggior  parre  de'  miei  dispiaceri  son  ven u ri  da'  m1e1
           parenti;  quello  scolido  del  Marchese  (Vigo}  ed  ancora  i  miei  zii
           sparsero  esser  io  un b u giardo solo per  facezia,  ed  io  ne porro  una
           marca  indelebi l e  sino alla  tomba;  anche per  far  credere  ch'io  era
           nella  famiglia  uno  scapesrraco  dissero  (ed  a  corro) ,  che  fui  cac­
           ciato  dal  Collegio  di  Carania,  che  non voleva  studiare,  che  non
           badava  che  a vagabonderie.  Qual  male hanno  potuto  farmi,  e non
           l'han  farro?
             Per  preferirmi  quel  diavolon di  Leonardo,  hanno  sparso  mille
           menzogne;  e  difendendomi  io  con  q u alche  verità,  con  la  mia
           fama di  menzognero  si sono  messi  in  salvo,  . . . . .   ed i o   mi  rodo  le
           labbra".
             E  nella  P.  S.  di  quella  lettera  ricordo  un'altra  diffamazione
          venutami  dallo  zio  Lorenzo  mentre  conviveva  nel  Cutelliano,
           ch'io  più non  ricordo:  insomma  quei  p i etosi  consanguinei  erano
           congiurati  alla  mia  perdita,  ed  io  nasceva  e  cresceva  col  cuore
           esulcerato.
             L'altra  é  del  30  marzo  1 8 1 5 ,  nella  q u ale  paleso  all'egregio
           padre  mio  la  mia  f e rma  risoluzione  di  scrivere  la  scoria  di  Aci­
           Reale,  che  poi  cominciai  nel  1 8 1 8   e  pubblicai  nel  1 8 36.  Quando
           lessi  quel  foglio  lo  bagnai  i n volon t ariamen t e  di  lagrime.  bene­
           dissi  quel  pensiero  urile e  santo,  le  vigilie  che  mi  cosrò  il  porlo
           ad  effetto  e  sino,  le  i n amabi l i   liti  suscitatemi  da  quell'opera  in­
           nocente.
             Ed  ancora  dacché  ero  i n   Collegio  sognava  come  rialzare  il  mio
           paese  e  migliorarne  gli  scudi;  perranco  allorché  nel  1 8 0 5   vi  fui  a
           villeggiare  (ma  i n   quesco  la  memoria  non  bene  m  i   �occorre)  con
           ogni  sforzo  i n cesi  a  rianimare  l ' Accademia  de'  Genial i ,   ad  in­
           fiammare  i  vecchi ,   a  riunirli. Ottenni  poco,  ma non furon parole
           per d ute.  Ancora  vivevano Venerando  Gangi .  G  i useppe  di  lui  fra­
           tello,  Giovan n i   Pasini,  Giuseppe Grasso,  G.  B.  Carpinaco  e  qual­
           che  altro  degli  amichi  socii ;   d i ssonerai  i  d i plomi,  eccitai  la
           rardirà  di  Giuseppe  Ragonisi,  e  f e ci  tanto  che  l ' anno  appresso  la
           sopita  accademia  comò  a  rivivere.
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