Page 40 - Vita di Lionardo Vigo
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fatto fu spalancata la porta. Entrammo, l a sala con t enea grandi di
corre e generali il resto era vuota; dopo pochi minuti comparve il
re, e il Rettore con rutti i Padri si affrettarono ad i n contrarlo e
i n chinarlo; ma a mezzo del camerone P. De Franchis, sempre
goffo, volendosi i n ginocchiare si ravvoltolò nella tonaca e f e ce un
solennissimo capi t ombolo scappandogli i l cappello di mano, e
per quanto remasse d i rialzarsi , non gli riuscì: cucci ci coster
nammo, ma il re dié i n uno scroscio di risa. alquanto plebee, e
battendo le mani corse egli stesso e lo rimise benignamente i n
piedi; noi tutti f e mmo eco alla risarona monarchica.
Uno ad uno gli baciammo la mano, e q u i n d i il convittore
Ribera recitò un discorsetto a nome di rutti, a cui rispose il Re
elogiando e carezzando il Rettore e carezzando il Ribera , e rac
comandandoci di essere divori a Dio ed al trono.
Era figlio quel giovane d i un vecchio maggiore o colonnello
ivi presen t e, i l quale arieggiava perfettamente il re, ma avea le
mani morbide, mentre le borboniche erano raschiose e sembra
vano al tatto lava di Mongibello, ed erano rosse e bianche a ve
derle forse per salsedine.
Mentre il re era i n M e ssina, ebbe la fausta notizia dell' esi t o in
f e lice della baccaglia di Waterloo, per cui recossi alla cattedrale
a ringraziare D i o. Egli era in una carrozza aperta e al suo fianco
sedeva il mio caro M i n i stro. Nel tempo eh' egli si fermò colà, vi
furono molce vacanze nel Collegio, ed io ebbi altrettanti pranzi
dal Ministro, ove conobbi il famoso cav. don Luigi de' Medici.
Costui ogni giorno dopo il pranzo d i coree, eh' era infallibil
mente al rocco d i mezzogiorno, se n e veniva d i filato da
Chinigò; e sedeva accosto la nosrra tavola vicino a cost u i , e
perciò tra me e l u i . Ivi appresi per la p r i m a volca come i l
Chinigò avea salvato i l Medici dalla mannaia a dispetto della
regina Carolina, atto supremo di giustizia, i l quale ammaestra i
vilissimi ministri, come s i possa e debba dire e sostenere la ve
rità i n nanzi al trono: avvegnachè senza m i n i stri i n iqui, non pos
sono esservi re i n giusti. Ed ivi, ancor lo rammento con lagrime,