Page 30 - Vita di Lionardo Vigo
P. 30
88 Lionardo Vi g a
cena, nella quale il M u smeci, eh' era giovane. baciando e riba
ciando i larghi calici del buon vino della Mastrissa, si ubbriacò
come un tedesco, e vi fu da ridere per rutta la notte. Colà rice
verti e carezze e doni dalla zia, a me gratissimi, perchè i n soliti
per me i n casa Vigo, e d' allora mi è sempre ri masta affettuosa
memoria per q u ella r i veri ta i m magi ne di mia madre .
Pervenuto a Messina fu i presentato al Rettore, e q u indi vestito
alla Calasanzio dopo di esserlo staro alla Curelli. I l Rerrore era
un uomo di mezza età. magro, olivigno, capelli e occhi neri viva
cissimi e penetranti, naso grandetto, denti serrati, l ' i n t era sua fi
gura esprimea vigilanza, penetrazione, fortezza con u n soffio di
superbia e u n pizzico d' amor proprio senza di cui gli uomini sa
rebbero talpa. Egli sapeva alquanto dc' farri m i ei, ma non era
gonzo, però se ne rise; mi abbracciò, mi baciò, cosa che non ave
van mai fatto né i maestri nè i Rettori, ed i o m i gettai fra le sue
braccia chiamandolo secondo padre mio, e le sue vestimenta non
puzzavano come quelle de' P.P. del!' Oratorio, e quesro mi pro
dusse u n senso d i piacere. Qui n di m' i n terrogò di q u ello che io
sapeva, ed io candidamente gli con f essai - n u lla - e lo pregai cal
damente di mandarmi alla scuola di grammatica, volendo io
studiare merodicamenre e davvero. Egli tacque, mi guardò fissa
mente negli occh i , e poi aperse un Orazio. e m' i n vitò a leggere e
a spiegare.
Ubbidii, e non per forza di cognizione di latino, ma per forza
d' ingegno spiegai un periodo meno di una parola, e questa si fu
aequus, eh ' io confondeva con equus. M i fu r on vani i suoi aiuti
sempre replicava cavallo, conoscendo non esservi senso e dichia
randolo. I l Rettore tornò a pensare, mi noromizzò l' i n t elletto
con un colpo d' occhio, e aggiunse - andrete ali' umanità dal Padre
De Franchis. F u q u esto per me u n fulmine, p r egai, scongiura i ,
pians i , mio padre si affaticò meco, r u tto i n utile, fui guidato
nella Camera de' grandi, e I' indomani dal Padre De F r anchis.
Mio padre si trattenne altri pochi giorni in Messina, mi confidò
al Padre G i r olamo M u sumeci monaco m i norira per i bisogni