Page 21 - Vita di Lionardo Vigo
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E i suoi tempi                     79


           n u te  a  color  di  migliaccio ,   perchè  dalla  destra  si  passava  alla  si­
           nisrra e  da  questa a  q u ella.  era ordinato  il  cavallo.  Questo  cavallo
          era  uno  spasso,  e  fatto  p r oprio  come  le  palmate  a  far  amare  il
           domine  e  i l   Limen,  che  raie  era  il  nome  della  grammatica  che
           c'imboccavano:  e  consisrea  nel  farci  corre  sulle  spalle  da  u n   con­
          discepolo  e  darci  sulle  natiche  non  meno  di  o t to  a  dieci  f e riate.
           Così  è  sci oleo  il  p r oblema  com ' i o  con  vivacissimo  ingegno ,  e
           b u ona  volontà  di  erudi r mi  i n   tre  a n n i   c i r ca  n u lla  appresi  di
           grammatica  latina,  di  cui  solta n t o  mi  d i edero  lezioni.  Per  mia
          fortuna fra i  ranci  villan i   i  quali deposto  lo zappone  impugnavano
           la f e rula e  si  faceano  nostri  precettori, e  a n cor renean del  monte  e
           del  macigno.  me  ne  toccò  uno svogliatissimo.  ma  dotto:  egli  era
           S a l v atore  G  r assi  Gambi n o ,    oggi  canon i c o  della  nostra
           Cattedrale.  Costui  m  i   flagellò,  ma  meno  degli  altri .  e  si  com­
           piacque spiegarmi  l'incomprensibile  Limen,  eh ' e ra  per  noi  un  li­
           bro  sibillir i c o.  D  i   call i grafia,  geografia,  scoria,  galateo,  ere.
           neppure  parola, e   noi  crescevamo  nello  stato  il  p i ù   abietto  d i   zo­
           tica  ignoranza.
             Gli  esempi.  i  p r ecetti ,  l'avviamento  alla  civiltà  erano  quali
           fra  gli  Esquimali.  In  casa  si  scava  come  porci,  si  usciva  al  passeg­
           gio  a  torma come  pecore,  se  laceri,  se  mal  vesti ti.  se sudici  ramo
           meglio, e  poi  si andava  in  una campagna a  giocar  con  la terra e  le
           pietre  e  le  risroppie,  come  ancor  usano.  Lungo  le  vie  non  era  le­
           cito  nè  ricevere  nè  restituire  il  saluto .   dovevansi  tenere  gli  occhi
           per  terra,  come  usavano  i  nostri  maestri,  che  con  la  coda  dell'oc­
           chio  numeravano  le  scelle;  era  vietato  guardar  le donne,  foss'anco
           la madre,  e  non so  quante storiacce  c'in fi n occhiavano  contro que­
           sto sesso.  D  i   meri  i  p r ecetti  del decalogo  di  un  solo  si davan  pen­
           siere,  e  la  loro  parola  in  ciò  era  santa  e  giusta,  ma  nel  fa  r r o  gli
           esercizi  o n anisrici  e  pederastici eran  comuniss i m  i   in  casa,  al  pas­
           seggio e  p i ù   i n   chiesa:  non  appena  un  giovane  entrava  nel  recinto
           de'  P u zzolenti  P P .   era  subito  iniziato  a  q u egli  esercizi  contro  na­
           tura.  Oltre  il  con f essionile  di  cui  si  valevano  a  conoscere  tutti  i
           m  i n i m  i    fa  t t i   del  Col legi o ,    la  delazio n e   e r a  o b b l i g atoria.
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