Page 19 - Vita di Lionardo Vigo
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E i suoi tempi 77
senza far ran c i con fr onti mi confidò a' Puzzolenti PP.
E siccome era i n q u el tempo uno stabilimento secondario di
pendente dall'Oratorio, governaro dal sac. Clemente di Martino
ove convivevano sette in otto scelte persone. io fui colà allogaco.
Questo di Marcino. conosciu t o col nome di Padre don Clemente
era u n ex marinaro. ex mercanruccio di Posirano in quel d i
Napol i , il quale dopo aver locrato canti anni col mare e corso la
via de' craffìchi . erasi fa t to p r ece, e così corazzato di conaca e
cappellaccio dava l'educazione. che non avea ricevuto. Seco l u i
era il fratello Vin c enzo anch'esso sacerdote, che avea seguito il
primogenito in mare, in terra e all'altare.
T urei e due di una grossezza e di una pinguerudine raie e tanta
da fare spave n t o , e raie eh 'io ne disgrado nirci i maiali di
Napoli: il primo b u ono e sennato, il secondo buono e maniaco a
volta a volta. Entrambi m i ricevettero col permesso del Padre
don Salvatore d'Amico, ma un poco a malincuore per la fama di
discolo, di bugiardo . d'insubordinato. ch'io meritava come uno,
e che i miei amorosi parenti esageravano come dieci. Ma sic
come i n me cominciava a sorgere spontanea la volontà di stu
diare, volentieri mi chiusi in quel porcile, ch'erami asilo invio
labile dalla crista cera dello zio Giovanni. Ma non appena ivi en
trato cominciò per me un novello ordine di parimenti.
Era necessario i l confessarmi. e mi fu adderro a con f essore il
Padre don Clemente; molti mesi apri i il mio cuore infantile a
quel sacerdote esemplare, e lo ritenea come mio amico e guida;
quando un giorno viene o r dine di dovermi confessare al Padre
don Salvatore; q u est'ordine era tirannico. ed io non volli ubbi
dirlo. Allora fui afferrato mani e piedi e porcaro di peso innanzi
a quel reverendo, il quale rosso come un gam b ero . m'impose di
intonare il Confiteor, e non appena quei manigoldi mi ·lasciarono
libero, io sguizzai dalle sue b r accia. e me la diedi a gambe.
Colpevole d'in u b b i d ienza. e più di mal'escmpio, dive n n i
l'abborrico del capo della serra de' Puzzolenti P . P . e da q u el
momento non mi furono risparmiaci gasrighi ed olrraggi dalla