Page 98 - Raccolta amplissima di canti popolari
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                        DELI. A FAVELI.A SICILIANA EC.
                                       di ieri; io la veggo iie'vareali secoli anche
    ií apparato sudando tanti anni su'libri del-
                                       nella compilazione de' Vocabolarii. Scohir ,
    ¿ italiana fave.Ua , e poneudovi , come sonó
                                       l'Anonimo, Auria, Malalesta, Del Bono, Spa-
    mifliiia e migliaia neU'interno tloll 'isola, o
                                       lal'ora , Vinci , l'asqualino lavorarono cia-
    digíun i di ogni elemento della sinonimia s¡-
    rulo-itali, come fare in questo caso a nía-  scheduno da se, poco e appeua quest' ulti
                                       mo guardo Г Anónimo , е raro lo cita , né
    uifesUre in lingtiaggio illustre le noslie idee?
                                       l'iino si fù scala de'volumi dell'altro per ay-
    (Mesto è il caso atluale della Sicilia; biso-
                                       vicinarsi aU'oltimo. L necessario ch' io dia
    rili parlare e scrivere l'italiano , difelto
                                       di volo ragioue di tutti , onde fermarmi in
      nezzi per ben praticarlo. INó oltre su
                                       ullinio sul Pasqualino , e mostrarvi la im-
    Cuesto vi dico, quanlunque potrei porvi 111-
                                       perfezione del suo lavoro , e cosi persua-
    nuizi mille esempii coinici , vergognosi e
                                       dervi della necessilà del novello Vocabulario
    ven , che la via è liinga e preferisco la
                                       universale siciilo-ilalico e ilalico-siculo.
    Lreritá. In altra opera disamineiñ la gene
                                         Lucio Crislofaio Scobar betico, canónico
    ro» utopia del Manzoni dell' iiuiikazioiie
                                       di Siracusa e di Girgenti, fu discepolo di Elio
    della lingua paríala , e deglí errori degli
                                       Antonio de Lebnxa grammalico (4). Costui
    altra-loscani.
                                       fu aulore di un Vocabulario latino e spagnuo-
     Oramai che tutti i popoli dal Pïemonte
    jl'a Sicilia, lolline due o tre solíanlo (I),  lo, a cui quegli aggiunse il siciliano. L' ope
                                       ra fu compiula in Siracusa nel 1517, estám
    hionu i loro lessici parziali , e ne' dialelli
                                       pala m Veiiezia , il primo tomo cioè nel
    dille varie- pioviucie sonó aulori d'altissima
                                        Ш0, a il secondo nel loi!). Sono da con
    nimmanza, e in essi son volgariz/ate le ope
                                       sidérait le prose siciliane, die precedono
    re de'più illuslri ilaliani, e snfaneo ni pie-
                                       enlrambi i voliimi , per avvisare quanti
    mantese è il Lucrezio (-), e in siciliano ab-
                                        iniilamenti haiino sofferlo le noslre orto
    bijmo parle di Omero, Ánacreonle, Teocri-
                                       grafié a dialello. Ciaseuu volume ha il
    lo, Orazio e Virgilio; si potra mandare nu
                                       suo prologo, cosi egli appella la prefazio-
    bilmente ad effetto il divisamenlo del liet-
                                        ne; il primo è trilingue, cioè latino , sici
    tmelli. del Muralori, del Napione, del Cesa-
                                        liano, spagiHiolo; il secondo bilingue, cioè
    r"Ui, del Monti, del Musloxidi , del l'erli-
                                        siciliano , lalino. lu questo dà ragione del
    uti. del Cherubim, e di quanti genlili ad-
                                        método da luí leiiulu e da lenersi nella
    ¿oltrinano ed illustrano Italia.
                                        foimazione di simili opere, com' è statu da
     E siccome noi precedemmo tutli nella
                                        me cenriato di sopra; in quello dà altri u tili
    Lrinazione del Vocabulario , del pari do-
                                        avveilimeiili e notizie. U.i nomo sapiente,
    vreainio vineer tutti nella sua ecculleiiza.
                                        quale si fu Cristofaro Scobar , dovea spe-
    Q'ielli che possediaino manosciilti o slampali
    non aggiungono al erado della présenle civil-  rarsi opera perfelta, ma egli frodô l'aspet-
    La nostra; è mustien pero fouderli tullí, и  lazione della posterílíi, principalmente per
    rrearne uno, che sia perfetto: questa ù opera  ché non riuni la deliiiizioue alla parola , e
    di Sicilia, non di un siciliano o di poclii. Chi  intese più a Iradurre il latino in siciliano,
    maturamente ha aludíalo la nostra indole ,  qiianlo a formare un Vocabulario di nostra
    la nostra letteratura, i nostri lelterali, con-  favella. Talchó per questo fallo il suo vo-
    verrá meco di breve, che noi nella nostra  luiue , indice copioso della siciliana lingua
    Mmiglianza , non abbiamo una fisonomía ,  puitloslo, che Vocabulario della stessa puô
    un tipo común«, in somma una scuola (3);  addiniandarsi. A'difetli primitivi oramai per
    perché preferiamo essere mediocri, se si vuo-  gli anni, e per la mutabile eostumanza de
    le, pnrchê originali, ad eísere, se lo si pitó,  gli uoinini, tj ncllo vi si è aggiuuto di tro-
    ecr.ellent'issimi, ma non ¡mitatori; clie ciascu-  varvisi grande numero di vocaboli anliqua-
    iio qui segue la sua Stella; e linalmenle che  li, e all'atlo a noi ignoti, u tili solo all'eru-
    nella pluralitä convenghiamo nel fervidissi-  dizione della lingua. Ma , di ció ad onta ,
    mo amor di patria, e che tutti siaino agi-  somma ed eterna sarà la nostra riconoscen-
    tau, scatdati da un fuoco, ch'è in tutli di-  za per la memoria di colui, che primo lento
    sugualmenle uguale. Questo è il carattere  si difficile impresa.
    della siciliana letteratura, emolid più della  È superfino favellare a voi, illustri colle-
    presente; e le opere stampate da '■ 0 anni a  glu, di Vincenzo Auria e Placido Spatafora,
    qnesta parte, e più le raccolte, corne sono  il i > ri in о da C.efalù, e vissuto dal  lü¿5 al
     i nostii Giornali , ne fanno manifestissima  1710, e della isola nostra benemérito; il
     Wittuionianza. ¡Ne questa nostra abitudine é  secondo palermilano, e vissuto dal lli28 al
      (i) Bib. uni. tomo '.'>.'>. p. ear.  (4) Vocaholnriuni nebri*some : vx latino sermone
                                        in liciliensem el bispanicnseni rienuo Iraducturo.
      (<) Napionc, etc. t. e. p. 4G*
      (5) Con nel хЪЗч , dopo il quai anno l'opcrosità  Adiunlis insuper L. Ghristophari Scobarit tiri eru«
     iiUeraria ira noi Tu ammortita.     dilibsiiui recondissimis additioaüiui etc.
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