Page 76 - Raccolta amplissima di canti popolari
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XII. CAN'TI DI AT.TRI P0P0L1 E NOSTRI, LORO INDOLE, ECC. 73
,'iornù. Sin da quei tempi il popólo creava »Ilusione a fatti storici, che loro assegnino
e ¿dunava per se i proverliii , eine ¡I van- una data certa. Le niedesiine idee e le me-
get» della.morale pratica, e lo Irasmelleva desime espressioni vi si produoono di con
agli ¿vrentre. tinuo, come se non apparlenossero in pro
Siftrtvvenvilo il crislianesimo traimitossi prio ad alcuno; vi si aggiungoiio, vi si loi-
iosesubilineiite il lenipio in clues.i , il l-'.-i- gono delle strofe, e se ne inverte Г ordinc;
lu in lehovs, I'oliinpo in paradise, le I- quest« infatti non sono poésie letterarie di
uVinità maggiori i¡e' 12 aposluli, Marie in cm bisogni rispettarc il concetto e la for
S. Michèle ее; Г imper.itore cesse la tiara ma, ma preghiere cristiane che si modifica
il ponteliee , Г uuianità purificandosi nella do a placeré, per far meglio esprimere loro
f?Je assuiise aspeito e forma di initezza e i seiilimenli dei fedeli. 1 testi non serbano
anuí, e li poesía popol.ire segui ¡I novel- quel sug<;ello , che imprime Г opera di un
lo sociale iniiirizzo. Continuo non perian solo poeta ; anzi i canti, la cui celebrila
to a dividers! in jeratica, citiadina e cam avrebbe dovulo schiarire la paternità, sono
pestre; com' era »lata ne' secoli autecedenti, seiiza prova alcuna attrihuiti a differenti
* oígi sarà in perpetuo. К ció perché le aulori, che spesso non sonó memmeno con-
f iHi alle qiiali altiiige sono e saranno Din, temporauei. Cosí è dello Stiibat, della Sal
.» donna, e gli umani bisogni, le sue pas- ve Regina, del Tedeum , e della Gloria m
*ioni e verligini. excelsis, che .la alcuno vien riferila a Telesfo-
II primo fenómeno di qnesta palingenesi ro, da altri a S llario, da altri a papa Sim-
« fu Г assaniere la poesia i numen rilmi- maco, menlre il quarto concilio di Toledo,
:i »metiendo i melrici; il secor.do vestirsi assicura essere stata composta dagli Angelí ».
li eanlilene cristiane spogliandosí delle et La poesia popolare profana è coeva alia
liche. Con Г abito esleriore mulo Г intima sacra, e subi le stesse variazioni. Peccato
'unira, e si fe passionata. riflessiva, i-andi- che i nostri progenitori non ce ne abbiano
•Ij , e non piú trasse gli estri dal senso e trasiuesso i moniimentil Cosí avremmo sve-
Jal g' iililesuuo, bensi dalla Bibbia, da'Pa- lali i misteri d. Ha lenta e perpetua modi-
Jri. Jal смоге, e ció dalla regüía al tugu ficazione dell' itálico originario idioma, che
rio, d.tlia basilica all' edicola. üitlalo il se or iioi con penosissiine investigazioni dob-
me fecoiido nel primo secólo, sbucciö qua e biamo indagare e interpretare. Cario Magno
l¿ nel secoudo, sorsc nel lerzo, si manten aduno i canti della Germania , e quindi fu
te paralella quasi alla gentile nel quarto , quel sacroflorilegio distrutto da Ludovico
e la soffocó col sun rigoglio nel quinto ina l*io (3). La chiesa invece di conservar«
nimate da S. Aiubrogio. L' Italia erasi gre- il |i;issalo , ne arse le reliquie , e vielô di
ozzala da teui|)o , e seguendo il prístino esserci trainandalo. Mentre il Concilio del
andazzo, Roma avea adotialo i tetracordi 7ii proibi le baílate äatiriche , Г altro del
oriental!, o serie di quattro suoiii, S Аш- 789 inibi alia monachc di copiare e diffon-
brogio vi sosiitui gli octacordi , o serie di dere canzoni amorose. Uei secoli barbari
util) suoni, e ¡nsieme alla melopea ne inno- non possediamo che frammenti e ricordi ,
tù la nomenclalura e la essenza, conserván pochi in confronto a'sacri. Nella preziosa
dole sempre Г indole populare (1). 1 cori Raccolta del Du Meril ve n'è uno del 452:
illerni d'uomiui e donne, vergini e fanciulli
elevavano a Dio tali canlici. che allora com- Illa quis Inclus esse die potuit ее.
muvevano alie lagrime S. Agostillo, e nel
secólo trascurso G. G. Rousseau (2). Qui In Buquet un altro per Clotario II vineito-
non ricordo questo о quell' inno , gli Stu re de'sassoni del 623:
diosi Iroveranno il nolamenlo delle Raccol-
1« il fine del presente parágrafo; ma con De Clotnrio cenere est rege Francorum
Г egregio Alessandro d' Ancona mi è bello Qui ivil pugnare cum gente Saxonum ее.
notare. « Gl' ¡nui cristiani avère tutti i ca-
ratteri della poesia populare, non trovamio- ¡1 quale era cantato dalle donne a coro e
visi, come osserva il Du Meril, traccia alcu- con plausi: ex qua victoria carmen publi
o» della personality dell' aulore , né alcuna cum juxla rusticilatem per omnia pene
-Aloro per 1« sua brama di acqnistare rasi ro- Per snggio bestino i sopra detti.
(i) Cantú St. Ital. * p. 454. Napoli i857.
(2) Confession! vol. I,
Pster argentArius, ego corinthiarius.
(3j Barbara ct aoliquissima enrmina quibus т#-
E per la guerra di Sicilia contro sesto Pompeo:
leru.n regum actus et bella caaebantur , scrips il
Pottquam bis classe rictus nares perdidit, memoriaeque mandatit Karolus Magnus.
Aliqaaodo ut rinçai, ludit assidue aleam.
Yigo, Opere — Canti Popolari siciliani— Уоь. и.