Page 74 - Raccolta amplissima di canti popolari
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CAST! Dl ALTRl POPOLI E NOSTRI , LORO INDOLE, ECC.     71
    чгеШ, Iroveri, gionglori ec. Cosi li aceoin-  Finalmente questo vero veniva rivalidato
    pagnarouo zatnpogna , lira , libia , celia ,  Jal dáñese Niebiilir seguilo dello S> incgel:
    mintióla, salterio, gurla, ^oiitioK, balaleika,  e cosi quegl' infaticabili investigatori dira-
    cultscione , llauto , chilarra , boiitclioiim ,  davano la teneb.a de'priinissimi tempi, sen
    l'/bouz ec. slnunenli ruiueiii, serondo i lempí  za accorgersi di essere la poesía populare
    « i popoií iliversi. Uapprima qnei canti e  la génitrice di quella islorica.
    ftei suoni eranu il sollievo ili tulle le classi  Gli epi'.a aniii, g.i scolü.le nenie, i canni
    iuíiali , quindi waiio manu rímaselo pro  leurgici, come i salían, i secolari, de' fra-
    priété exclusiva di coloro, clie Danle cliia-  telli Vrvali, e i fasceiiiiini, le favole atella-
    iuo inferior*, iiienlre la stola, la toga e la  ne, le sature ec. olliv ai canti militari e co-
    »fotia. avide del nuevo , del ricurcalo , del  uiuui, sparsi nelle vane regioni italiche, fu-
    fiülo, creaioiisi un Parnaso rellorico, il qua  rono accolli in liorna con le nuove genli
    le uvii traviù qiiaudo colse i piii olezzanti  che la popolarono, e col saceidozío e i ma
   fr>n dalle iminacolale praterie naturali. Al  gistral.
   popólo non manco il germe di qualsiasi  l.r. m i gli epilalainii canzoni nuziali , g(i
   ьап lera <Ji pocsi.i : ollre il lírico , liaunna  scoüi convivali, con cui , secondo Varrone,
   ■li affelti, ebbe ed ha il draiuuia , e l'epo-  ricordalo da Cicerone nelle Tusciilane, i lo
   pea. Il M ilia barata poema , e la Saco ulula  ro maggiori cantavaiio clarorum tirorum
   •Irauínia per le Indie , il lek opera scenica  laudes atque virtutes; quelle per Romolo e
   (te'rumeui, lo Scia-uauíe de' Persian! , il li  Coriolano, di cui paila Dionigí d'Alicarnas-
   bro di Giobbe e i poeini aiite-islaniilici rac-  so, appartenevaiiu a questo ¡.enere, ed era-
   cclli dal Perron per gli arabi , le poésie  no iraiuineuli di una grande epopea. Con
   'caudmave produite nel 1591 da Andrea  le nenie o funebri celebravano gl illustri de-
   Wedel Soífrens, e i Niebelenghi , i' Orfano  funti. I sacerdoii , gli auguri , gli aruspici
   di Ciao pei Cinesi, quel 11 elle Uovô in Gre  ne aveano рзг le vicende inetereologiclie ,
    cia ne) 1676 La Guiilt-lière, quelli sta.'iip.iti  per ogui malallia , perlino a far rivivere i
    ¿ilfïngeii nel 1798, dal Koster (D; dal Du  uiorli. ¡'esto nomina le i/icnníumenío; spes-
    Jfcnl {'¿), ¡I veliistissimo Inno altnbuito alla  so troviamo sabeíta carmina, e maesa nae-
    S billa Líbica , la piii áulica di tulle , che  nia : Caloñe irascrive la caucione per gua
    ranura il populo di Délo a lempo di Pau-  riré le lussa/.ioni ',3., alln quelle per niale-
    *ai«ia, bastano >ol essi, por esser brevi , a  ilne le ciltii, i.icerone cita le fulgurali , la-
   convincersi di quaiito asseriaino, senza aver  lali, aclieronticlie (4), conosciamo le depre
   iíisofno di quelli bla.-feinali da S. Cesarlo,  cative e nocevoli dilluse tía il popólo, unte
    '• tkgü annosa lolumina vutum frecciali da  e invano prosentte dalla legge delle XII la
    Oraiio nel 1 Epodo del lib. Il     vóle : si quis occenlatissel , sive carmen
     Reslrigeiidoun all Italia, a cui consacro le  cundidisset quod infanuam faceret (lugi-
   míe vigihe, senza anticipare le une couvin-  tiunve allr.rt (5).
   zioni sulla sua civi lia. e quindi seguendo le  II carme saliarc trae origine della piíi re
   credenxe isloriche ed einograficlie attual-  mota anlichilá autiroinana : coaiponeasi di
   meole accelte , dico la poesía populare es  preci e invocazioui a Marte, a Glano ed al-
   sere stala la Jclizia di quelli che autoeloni  Ire diviuilà. Introdolto a" tempi di ¡Suma ,
   o aborigiui appelliaiuo, e di essa aver nie-  fu modifícalo , e vivea nel secondo secólo
    tuorie perlino dall'epoca precedente la fun-  át G. С ; era incoilipreso dall'univeisale sin
    daiione di Roma. Perizonio sin dal secólo  da' tempi di Urazio , e Quinliliano scrivea
   XVII conobbo essere tessuta Г origine délia  easere appena capito da' sacerdoli : Salio-
    citli eterna da anticlii canti tramandali di  rum carmina rix sacerdutibus satis intel
    jeoerizione in geuerazinne a coloio , che  lect« (t>). II carine dei fratelli Vrvali era
    b ordinarono in regolare racconlo inlessuto  Coinmeiiioralo, ma si seopii nel 1778 i n Ro
    di maniviglioso. Bjaufort nella quarta deca  ma in due tavole di marino ed inlero. II
    del secólo segiienie alforzù Г opera del Pe  saliare caulatasi il 1 maggio, e Г altro al-
    riantio, e G. ß. Vico con la fiaccola del ge  lorché la messe (¡oliva ni fruges feront ar
    nio comprovava ció che que' due, ne soli,  ca (7), senza libia, e per quauto vi si sia
    aveano cbiarito col sussidio del.'erudizione.  slrologato sopra, non è ancora appieno com-

     (») De Cantilenis popularibus yolerum gr.-ccurunr  cillà è riferito ilal Crinli'i Sim in ili-цГ italiuni nota
    ■«tune,  iSJi.                     i. capit. XVI. Si ch-uSy ai dea est ее; соше pure
     (*j Pocwo» popular» ec. I'arigi, iS43 e i?47*  Г allro per nialedirla. Dis paler, f'ejovii , Manes,
     (3; De re rustica, Cap. 160.      sii-e vos quo alio nomine Jan at nominare ее.
     (i) De Drrin. i, S3.               (6) Horat. Fp, z. i.v. Quint. Inil. Oral. i. 6. ¡u.
     [$)Jl carme con cui nocatuoo gli Hei da -ja»  (7) Varro De lingua latin«, IV, д4-
                                                                             У
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