Page 70 - Raccolta amplissima di canti popolari
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XI. MDSICA, METRI, ERRORI E TENZONI DE ГОЕТ1 POPOLARI 67
inforsata l'antenlicità delle antiche canzoni, curantemente hanno nsato a contare dagli
echt? >'sse non siano derivazione araba о stessi Dante. Petrarca. Tasso, Ariosto; e an
proveníale , e rh' i" abbia qnindi diritto a che i nostri contemporanei, corne il Monti,
dubiure délia opinione dell'Emiliani Gindici, il Grossi e l'accuratissimo Leopardi, per non
e áíl Sanfilippo, e ili vie meglio altenenni dire degii altii, non l'hanno sebivato.
alla mia.
U metro prediletto dal iiostro popólo è Soldiiti e peiiègrin, fanciulli e donne
l'otura siciliana . e le pin antiche canzoni Tutti segnati d'una croce vanno.
.no endecasillabe con due rime altérnale Grossi
çnsttro volte. Non è chi ponga in iluhbi о
Quando poi nel vigor primo tornaio
quests forma da qui essersi diffusa in Ita
Con liingo profferir di grazie e volt.
lia, « L'ottava rima fn invenzione ds' sici-
Detto
liini,—dicea il san Martine— con due rime
«le insino alla fine, poichè la lerza in fon
Somigliante ad un fior, ehe in sullo stefo
do dupplicata vi rangiarouo i toncani , se-
Di rugiada si copre, in pria che il soie
wndo l'opinióne di alcnni ; nondinieno ini
Co' ra'ggi il venga a colorar dal cieío.
woo stale mostraU' d'alcnn mio amico stan
Moim
ze anlichissinie in lingua siciliana сип la
tima in fondo dupplicata (t). E noi pun: i Ad alti egregi è sprone
primi al rinascirnento delle letlere adope- Ainor, chi ben l'estima, e d'alto affelto
naimo la rima , come niuno oramai puo Maestra è la beltà. D'amor digiuna
contrastare dopo le prove e Г aulorità del Siede l'aima di quello a cui nel petto
Castelvetro (2), del lliiratori (3), del Tira- Non si rallegra il сиг, quando a tenzone
boschi (i), e di quanti hanno severamente Scendono i venti, e quandu i nembi aduna.
iisaminato l'origine ilella poesia italiana. Leopardi
Cusí solo pnö giuslificarsi la solenne testi-
•aonianza del Petrarca délia quale ahbiamo Rarissime sono le otlnve con gli ultimi
rrplkala mente ragionalo , cioè- , qtieslo ge- due versi a rima baciata, anzi sono più ac-
»*re di poesia essere volgare in Sicilia. E' cette le eornnnle , cioè quelle che comin-
pfr |.i rima, per Г oltava , pe' niinvi melri ciano cou la rima del secomlo verso délia
lalici puö e deve ripelersi: precedente , sieche ogni rima sia replicata
olto voile, corne quasi sempre costuma Ste
Prima Syraeosio dign.it i est Inder« versn. • fano la Sala, che non conosce ostacoli, ma
li crea, li sfida e li vince. I/ ottava , non
Ama il popólo che le ottave siano naso- ran;o?ie. ma c.inziiw» . alla toscana , chia-
Tinli, cioè sinvi nell'ultima sillaba mutata mano (5); i versi piei/i appellano per sined-
una vocale délia rima del verso procedente, doche, e quesli versi rado eccedono di qual-
come: usi-osi, tlu-atu, uppn-appa: che sillaba, che elidono pronunziandoli con
sorprendente arlifuio , perché il loro orec-
Susili. amanti mia, susiti susi, chio è infallibile , с ove manca Г arte nel
collocar le parole secondo inisura, supplisce
'Mra «s» letlu d'amuri unn' arriposi;
Vinni a spizzari ssi sonnnra duci, Г ingénito senso musicale (6). Da un capo
Di s.*i biddizzi 'nrianimari mi vosi: all'altro dell'isola l'ottava è detta camuña,
Grapilimi s-.i porti si su chiusi, ma in Callanissetta è stiambof/o. Salutando
Qoanin sentu l'oduri di li rosi. i priini raggi del sole del 1 maggio 184-7 ,
io mi avviava dalla rinascente cttlà nelle
— Idda eu li so modi grazinsi
Grapiii, mi cuntintau, mi detti cosi. vicine campagne per istudiarne le collure ,
e visitare l'nbbadia del Santo Spirito , mi-
Querto vezzo o pecca. i grandi poeti non rabile per vetusta e oggetti preziosi (7) ,
ti) 0*»er»i»t:ioTïi poptiche, p. »о,3; с Faiislo, espo- (6) Mi cio»a qui rifirire (lue pas« del Tomín» -
»eo I. е., il primo a p. 5. è cosi: se qu»lche »illahn
гааоее del cap. 4- * del Trionío «Г Aniore ; e Gar-
гаЛо, nmt. *3 al proemio della versione di Orazio, suverclii', la meiicia (una tal Beatrice) pronuniian-
i'lVnno fS3«. do senza sfjarrare »erto quasi m.ii — Il eeeondo, a
(a) Ginnte alii» pro«e del Bpmbo, p. 3S ; с Gnr- p. 19 e l3 —Fra i tanti Yersi sonvi, ne riconlrerete
qualeuno che pns.a la çiusla nii*ura .... Versi
Cill* I. е.. nol. ft«.
di пои siusta misurn (a cui la prominzia deve ap-
(3) D*lla perfett* poesin, lib. i. cap. 3.
1 4) SlorU lrttcrarin, t. 3. firiungere itualcbc suono; , troTÎamo in Dante , in
tï) (lanztma e non canzone diceva un pastorello Omero, in Virgilio.
Ä Llevan», piîi bello di un Л rende, che ее ne an- (7) L'ahbailin H^l Santo Spirilo fu créala dal
■iiT% r^n la .на pircóla greggin , in Mnremnia. — G. С. Ruggiero prima del 1100, consaeräta nel n53
I «bü?o, Canti toeeani, t. i, p. 8* reinando Ruggiero primo re: tí sono notCTOliVar-