Page 67 - Raccolta amplissima di canti popolari
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PREFAZIONE
              ili ipiei buoni vecchi ; lolgo ¡ versi tli Va-  no , non ismeitea tbl dellarc i suoi ritiui
             lafredo Slrabone, vissulo nell'800.  nel latino, secundo Г uso de' seeoli invalso
                                                 fra noi. In quanlo poi a' provenzali, è oggi
                 O rerum sátor omnium tremende   dimostralo dal Di Giovanni non aver pre-
               Dum pœnas crucis inocéns luisli;  cesso i siciliani, e da me essere slali appen.i
               In quo nil nisi rcpperis ruinain elc.  e lardi noti in Sicilia , dopo che la nostra
                                                 poesia era formata с per lutta Italia diffusa.
               Fauriel cita un Canto popolare di Pietro  Poichè esislevano i meiri e la rima , i
             délie Vigne , che dice inédito denominate  poeli posteriori, cioè, nell'epoca quando si
             Нуlhmus. Cosí cgli chiama le poésie popu-  iniziava l'uso del vulgare, altro non fecero,
             lari di un latino più о tneno bárbaro. Que-  né far poteano, se non adaltare alla poesia
             sto ritmo é diviso in istrofe, ed ogni slrofe  cognita la lingua. Né metri , né rima , né
             6 composta di qiiattro, versi endecasillabi  pensieri luisent da allri se non da se rae-
             che ri mano fra loro. É un canto satírico  desimi; Г innov.i/.ione sola , unies , clie si
             de' più aiditi e de' pin amari, contro la cor  pralicó al mille, si fu il giovarsl délia lin
             te di Roma, dice il Fauriel, canto eviden  gua nascente , e queslo fu messo in opera
             temente destínalo a circulare in tutla Italia  da tutte le nazioni , che adorarono G. C.
             por rendei'vi popolare l'Imperatore, a detri  Di ciô abbiamo monumenti inglesi raccnlli
             mento de' papi e del clero , rappresentati  da Giorgio Dichesio (2) ; ledeschi riferile
             sollo Г aspetto più odioso. Tullo nella ese-  dul Mabillon (;J) ; francesi conservatici dal
             cuzione del componimento corrisponde a  lîuleo nella Storia delITJniversità di Parigi;
             questo scopo: il melro del verso a quell' e-  abbiamo del pari gli Evangelii tradotti al-
             poca già vulgare, la divisioiie in istrofe, la  Г800 da Olfrido in lingua tedesca in forma
             rima e il latino stesso , che sebben passa-  rítmica , con le voci consonanli al fino di
             bilmente grammaticale , non é men ruvido  Ogni verso. Dei noslri non conosco docu-
             e goffo. Potra giudicarsene dalle seguenti due  menti in lingua volgare, ma é facile e ló
             slrofe, che servono ail indicare la data del  gico il convincerci, essere esisliti, quantun-
             componimento, poielié son relative a papa  que fino a noi non siano perveuuli. E sic-
             Gregorio IX, morlo nel ШО:          couie i siciliani, tra Г época latina e il ri-
                                                 sorgimento délie lettere, aveano avulo Cal-
             Credo quod Gregorius, qui diclus est nonus,  puno, Citeiio, Elpide, Giorgio, s. Leone II,
              Fuit apostolicus vir, sanclus et bonus:  ¡'Anónimo, /Vrsenio , Sergio , Teodosio, s.
              Sed per mundi climata strepit ejus sonus,  Giuseppe, Coslantino e tanti allri, che non
              Quod ad guerras fueral nimis promis.  conosciamo; siccome furon essi che la lin
             Hic de finibus suis coegit eïire,   gua novella crearono; chi polrà volgere in
              Antiquam concordiam et fecit abire  dubbio, che essi medesimi, senza specchiar-
              Ultimum mundi limitem, nee potest quis scire  si negli arabi o ne'provenzali , rimassero e
              Ubi nunc permaneat, vel saltern audi re etc.  versiucassero nella farella del popólo ? —
                                                 Muratori, che nella presente disainina n' è
               Tutte le altre strofe, e non son meno di  stalo guida, vigorosamente questo vero pro
             un cenlinajo , sono dello stile e teuore di  pugna ; il Castelvetro , il Mazzoni e quanti
             queste due. Or si ha la prova certa che qui  hanno studiato gli antichi , non mostrano
             la trivialilà e la ruvidezza son volontarie  diverso parère; Crescimbeni , che riputava
             e meditate, e che mostrano non l'ignoranza  esotico all'ltalia l' indecasillabo , conosciuto
             e l'incapacità dell'autore, ma il suo intento  il proprio errore, lo confessé-. Pero cou la
             di esser compreso, ripeluto e cantato dalla  scorta de' falti conchiudo la poesia nostra
             folla de' ghibellini da un capo all'allro d'I-  essere originale derivazione e continuazione
             talia (1). lo ricordo questo rilmo a confer-  délia greca , délia latina , con i mutamenli
             ma di quanlo ho esposlo di sopra, cioé, i  necessarii ad essa arrecati dal medio evo ,
             siciliani aver sino al secólo XIII seguito lo  dalla religione , dalla lingua e da' costumi
             esempio de' loro padri di valersi del latino  novelli. Corne dal greco si volse in latino,
             con le forme metricho dell'Ilalia, senza pen  cosi dal latino si tramutö in italiano.
             sar neppure se esistessero o fossero esistiii  Gli arabi , che qui lungamente soggior-
             arabi e provenzali, e come lo slesso Pietro  narono, e i trovalori, che viaggiando rEu-
             dello Vigne, il Gran Cancelliere, il maggior  ropa, ancor qui vennero, per nulla influí-
             lirico delicia sua, inentie poelava in ÍUlia-  roño su' nostri poeli ? Se interrogo l'intimo

               (i) Pnuricl, Dante с le Ori^iiii della lingua ¡la-  (•a) Thcsftur. Linguar. Vcter. septentrion. ; ctCi
             liana, Palermo i856 , traduiiono di G. Arüixsouc ,  Grain, auglo-snsaonc, cap. \ \ IV.
             tomo 2, p. iqS.                      (ïj Л иiiiil. Bcnodect. torn. Ill, p. 0 i,
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