Page 69 - Raccolta amplissima di canti popolari
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66 PREFAZIONE
da ove siasi diffusa ¡a poesía , mi ricon- già in valso , che la poesia storiea e Iradi-
valida nella couvinzione di essere presso zionale sia coeva nelle sue origini al falto
di nui originale ed indígena. Aggiungi che da es.-.a descritlo , come confermano i fra-
il no» mullís ante s(Bculi$ del Petrarca , telli Grimm, Fauíiel, Ferdinand» Wolf, Am
pone quella invcnzione, almeno Ire in qual- pere, Villemarquc ее; e quindi ribadisce ro-
tro secoli pimía del 1350 in ciica, quando ine la poesia popolare tradizionale si nio-
egli scrivea, cioè Ira il X e Г XI setolo. E difichi nella bocea del popólo , alio stesso
die la lingua nuova—diversísima dell'aia- mod» col quale si modificano i dialelli. A
ba—era già preesistenle a' niusulmani e ai qiiesto proposito il liercliet nei suoi Di-
iiorinaiiiii di Sicilia , credo averio provalo scursi preliminari alia versione del Caticio-
di sopra (1). nero spagnuulo notava , le poésie popolari
Ma nes.siin componimenlo possediaino an^ essere per loro natura soggelle a continue
teriore a Ciullo? Di cerla e infallibile dala, altera/.ioui e trasformazioni , per modo che
no , nun ne abbiamo; di dubbia o proba- desee assai difficile tróvame la origine e
bile forse. Tiraboschi dicea Г época della determinante la primitiva lezione. a La poe
poesia siciliana non potersi determinare ; sia populare, eg|i dice, non mette fiiora ope
Petrarca diniestico della corle di Mupoli e re malerialmenle iuimobili come la poesia
nelle sicule sloiie vcrsatissiino , slabiliva darte: non le raceoinauda com" quesle alia
quest'epoca ignola non mullí secoli prima scriltura, ma le adida al cauto transitorio,
del 13b0; ed io irovo poésie trascrille nei alia parola fugace; cammina , caminina li
libri di divozione del XIV secólo, cioè aii- bera e viva; e ad ogui passo che fa, lascia
teriori o coeve al Petrarca, le quail per la un vezzo o ne piglia uno nocivo, senza que-
loro indole fauno sospettare di non essere sto cessar di essere quello ih'ell'era, senza
posteriori al mille. Sono non che autiche, uiulare la semblanza, che da principio ella
antichissiine, e forse di generazione in ge assumeva. Sorge uno с trova una canzone;
nerazione si trainandavano ufficiaudo i santi cenlo l'ascoltano e la ridicono. Le canti lene
O la Vergine. udite da' suoi parenli , la madre le ricanta
Tanto puô dirsi dell'antictiità délie canzoni a'suui li^liuuli, questi le insegnano a'uipo-
istoriche, délie quali sono inolti saggi nella ti. Quaiido viene l'uoino letlerato e se le fa
presente Collezione, e ai peritosi i quali solî- ripetere e le ferina in caratteri scrilti , chi
sticano sulla loro fede di nascíla, risponderô puô dire per qualité bocebe siano già pas-
che fortografia, ritralto della pronunzia, è sale quelle eanlilene? Chi riconoscere tulle
mutata, non mai l'essenza del canto, per le quelle inodificazioncelle, che vi possoiio ave-
ragioni innanzi esposle con le parole di L'go re apporlale? La canzone è la stessa quella
Foseólo sapiente ed aculissiino critico. La tróvala da qiieli'iioino primo sparilo nella
pronunzia varia co'secoli; la lingua e la folla ; ma qualche parlicolare di essa о è
penna involuntariamente la modificano, nia pi rdulo о a terato o varíalo, non fosa' al tro
con tale lentezza da non aceorgersene nep- per nécessita della lab, le memoria uinana ,
pure i viveuti. Se le laudi del Codice Ca- o pure delle mtove esigenze della lingua
sinese, che qui evulgo, si fossero cantate e paríala. Quindi è che dagli accidenti eslrin-
serine ripetutamente dal liUÜ sin oggi, in- seci del testo serillo non si puó con asso-
vece di omni, jiiglnu, quislo, шеи etc., noi luta cerlezza conchíudere Г etá di una ro
avrenimo tróvalo ogiti, pigghin и;, chista , manza. Al raccoglílore ci è toccata Г ultima
miu etc. Chi di ció voglia ccrlilirarsi, cou- compilazione ; ma se moite о poche altre
fronli Г ortografía di Morelli e di Meli , i coiiipilazioni, piii о iiieno varíate ne Г ab-
vocabolarii di Scobar e di Traína. (Postan- biano precedula, chi il sa? » E fra di noi
tino Nigra, che nomino a ragion d' onore, il La Lumia ilustro spertissíiuo istorico, e il
nella Raccolla de' canti pienionlesi p. I i , Di Giovanni acutissiino filólogo , non dis-
corrobora quatilo qui é da me detlo , os- senlono da queste teoriclte.
servando che la forma della poesia popula Prego quindi gli amalori della patria lel-
re, finché non é (¡ssala dalla scriltura , se teratura a raccogliere simili canti, acciû cou
gue le modificazioni lente, ma continue della i iiionumeiiti auticlii possa reslaurarsi la
lingua e dei dialelli, e si va suceessivainen- storia délia nostra poesía. I benemeriti Giu
te motando nella favella del popólo, il quale seppe Pitre e Salvalore Salomone a ciô in-
di opera, per cosi dire , ad una modifica- tendono, come meglio sari detto, e confido
zione perpetua del proprio patrimonio poé che altii segua il nobile eseinpio. Dopo
tico; ер. 3ö, ove aggiunge essere principio quanto abbiamo discorso , spero iidn saià
(i) V. ¡noltre Dante « la Sicilia. Ricoidi di L. dellu *le>so.
Vigo; e CiuHo d' Alcamat !a >ua Tenaone, Comento