Page 71 - Raccolta amplissima di canti popolari
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Oö                         PREFAZIONE
             scortato da una contadina del paesc, e pie-  Perche gli uomini tí mandano
             na la mente di poesía popolare, la richiesí
                                                        Delli con brevitale
             di alleggíarmí la noia della solitudine con
                                                        Favello per proverbii
             qualche eanlo , ed essa a rispondernii con  Dicemlo veriiale.
             mia maraviglia, non saper altro che stram-
             botti , e mi recílava tosió canzoni (<). Al
                                                  Degli altri melrí si troveranno esempü in
             t' Etna appellansi slornetti , e le gioviali
                                                 questa Kaccolla pochi e infrequenli : oltre
             donne motteggiano i villanzoní:
                                                 Г endecasílabo legato ad otlava , rariSMmo
                                                 a terza rima, e piil congiunlo ai selienarii,
             Tuttu chínu di cbiacchiri с sturnetli  adoperano il quinario ne' fiori, conte:
             Cerchi cutuüari Ii picciotti.
                                                          Seinri i aloi,
              E qui giova avvertire un errore di Giro-  Ceu Г acqna ili lu sdegno mi lavai:
             lamo Tornielli diffuso da Ireneo ABb; lieve
                                                  Sai chi li dieu ? Fatli li fatti loi;
             egli è vero, ma perché errore, dee »parire
             dal!' isloria della poesía. Nel 1738 il Tor
                                                 о nelle preci , per dar cadenza alla strofe
             nielli pubhlicö in Milano со' tip! del Ghi-
                                                 a modo della saflica , lo iulerzano a' sette-
             solfi talune Canzoneite in aria marinaresca  narii, come nella lande segueuie:
             per le selle principad feste della Madonna,
             composte di dislici rimati, con versi accen-  Diu li salvi. Maria,
             tati sulla quarta e settima, come:
                                                        Lu signuri é ecu lia,
                                                        Ed ora e sempri h i statu
             Chi fe' sperarti serpente malnato
                                                        Iddii l' ha consirvalu,
               D'avvelenar tullo il mondo col fíalo?
             Ecco fanciulla da le non mai locca,           0 malri pia.
              Cou pié di latte Ii serra la bocea etc.
                                                  L'ollenaiin é parimenti usilato nelle arU,
                                                 che al suo:io della chilarra disposant! , e
             E queste chiamö Canzoni alla siciliana
                                                 nelle sacre preghiere:
             l'Affô nel suo Dizionario della volgar poe
             sía. Ma non ho io tróvalo né Ira' presentí,  0 Maria, manluzzu dorn,
             né fra gli antichi csempio di simile metro,
                                                       Tutti l'aiicili slannn a coru.
             costantemenle usando il verso accenlato ove
                                                        'Nsoni e canti nparadisu,
             meglio lor torna , e la rima sempre altér
                                                        О Maria lu bcllu visu!
             nala. Forse l'errore del Tornielli proven-
            ne dal modo come scrivere si suole la Ten-
                                                 0 corne l'allra pel Natale:
             zone fra l'amante e l'amala di Ciullo d' Al-
             camo:
                                                       Ni mancavan u palazzi
                                                        Ppi lu ne di la natura,
             Hota fresca autentissima, che appari íd ver Testate,
            Le donno le desiano, pultclle с maritale etc.,  Ca nasciu 'iilra h slrapazsi,
                                                        'i\tra 'na povira manciaturai.
             menlre, corne avverti il Crescimbeni, e non
             niega lo slesso Äfft» , dovrebbesí scrivere  Ne' minori metri e nel decassillabo non
             pariendo in due ciaseun verso:      mi sono avveniito linora che qualche volta,
                                                 e più per errore dl quanto per volonla, del
                  Rosa fresca aulenlíssinia,     poeta , come vedrá ciasclieduno da se nie-
                    Che appari in ver Testate,  desiino pen diendo i Canti raccolli.
                   Le donne le desiano            E tali errori io tispetlo, quasi parti in
                   Pulzelle e maritale etc.      complete di sculltna useila dalle maní di
                                                 arteüce inspiralo, e in quesln come in mol-
             Come segnasí la canzone del beato Jacopo-  te allre cose partecipo l'opitiione del Tom-
             ne, la quale sembra composla a sembianza  maseo, il quale sciivea — « Correjíjsprli (si
             di quclla di Ciullo:                poteise anco) sarebbe stoHezza sagrilega )..
             rhitettura, un'nrna cineraria romana, che serte per  te ne tedono i testigi.
            fonte d'acqua santa, un calice di stagno, una croce,  (i) Cosí pure oggigiorno in Toscana , "cnine dal
            un globo del iioo , un battistero per iromersione,  Tominaseo p. 7. L usarono i nostri antichi^ ehe il
            с sopratutto una lapide del n53 , e tarii aflYc»chi  pOj olo è s^nipremai fcdcle alle riete roslumanir,
            del tempo, única reliquia delV arte antica Гга nui e  a' tietî nomi, e »agliissirai son qudli del Pidiaî&rjo
            forte altrore, e da ncssuno illuttrati с da tutti ali-  deir ejiz. Coniniana del i*¡fi5 eonjpmn-nli una Sr-
            bandonati a ogni maniera di yanilalici ollraggi; le  renalii) uvi-ero lettera in istrambotli.
            pittuxe ch'erano nel portico tono scomparscj e tolo
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