Page 65 - Raccolta amplissima di canti popolari
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PREFAZIONE
antichi dall' época greca al mille di G. С ; Tanto la poesía rítmica , quanto la mé
gli esempü nel popólo. Teocrito non solo trica, si perdono nel bujo dell'antichità: i
fu poeta buccolico; a lui si devono gli epi dotli usavano sempre la seconda, gl'illitte-
talamio le palinodie , la strofe, l'antistrofe rati la prima , che a quella fu madre. Dei
e l'epodo, como del pari gli epicedii, lutte versi incolti — inconditos —usali dai campa-
le forme della lírica e gl'inni, seconde Ks\- guuoli, parlano Orazio, Tibulo , Virgilio e
chio, Plutarco, Suida, Tzetze. E tralascian- quasi tutti gli antichí; eiano i Cufili popo-
do l'epoca greca e la romana, continuavano lori di quei secoli (3). Ne' nostri poeti , с
l'antica poesía, nel quarto secólo dell'era, meglío buccolici , sonó varíi ricordi delle
Citerio siraciisano; nel sesto Elpide messi- contese degli agricollori, imítale quindi da
nese, della quale ancor la chiesa ripete gli Virgilio invocando le muse síciliaue, e oggi
inni: Ангел luce etc. e Uocior egregie etc.; falte rifiorite dal Meli , the suite amené
nel setlimo, Giorgio vescovo di Siracusa, e collinelte di Cinisi , in quei vetusti padri
s. Leone II, nelPottavo l'Anonimo catanese specchiavasi. Perö non è da volgere in dub-
del quale conseiviamo il canto: bio il concetto délie poésie essere fra noi
indígeno e antichissimo , al pari de' riti di
At, o parentum optime, sacerdos ineljte, Cereie e Pioserpina.
Catanense lumen, sicilientium jubar, In quanto alla rima avevano bisogno di
Vivida piorum vis, saccrdoluin única ole (t); riconere agli arabi o a'provenzali , montre
senza contar la Bibbia e i poeti greci, —
e Arserio moñaco basiliano , e Sergio mo come per quesl'ulliuii puö vedersi neli'An-
ñaco del Cenobio di s. Calogero di Sciac- lologia — ne troviamo vestigia in linnio ,
ca, e Teodosio siracusano, e il celebralissi- Virgilio, Ovidio, Proper/.ío, Orazio , Auso-
nio s. Giuseppe l'Innografo; ed è bello an- nio etc. ? E cul volger degli anni si giunse
noverare Ira costoro tutti poeti di sacro ar- a tale ne'bassi tempi ehe nimio versilicava
gomento. Costaiitino soprannominato il Si- senza rima , tanto che nel 10'jO Otlono
culo , i di cui MM. SS. , si conservarlo in ser i vea:
Firenze (2), il quale scrisse anacreontiche,
e fo vnti che le opere di co>ln¡ siano evitl- ï'orro f|aod interdum subjugo consona verba,
gate—Ma noi ignoriamo le nostre glorie dal Quai nunc mult&mm niimus desidernt usus,
Hoc quoqtic тегЬогит plus ordine convenient!
primo al nono secólo di grazia, per le filie Insup« r anticua de consueludino feci (4>
ténèbre dell'ignoranza, e per aver lutto di-
strulto i barbari e i saracini, che come la Nel parlare de' meiri noi riferireino varie
va vulcanica passarono sulla Sicilia. E ció
poésie rímale anleriori agli arabi di Sici
non oslante , abbiaino non poebe testimo- lia, non che a'provenzali; ma non bisogna
nianze della continuazione della nazional scordarsi corne il vulgare si preslasse spon
poesía — Pero questo popólo, che anche è taneo alla rima, se il latino non Г abbor-
poeta nel carcere, continuo ad ispirarsi ove riva. E ne sia esempio Unie, il Sonetto bi
o come eiasi inspíralo a' giorni di Stesico- lingue eilato alla pag. 27, quanlo Г ollava
ro, Calpurnio, Citerio, Elpide , Costantíno. riferita da P. Emiliani Giudici (5).
Padrone di ampii lesori irnmedesimali in
lui e con lui, aobisognava forse dell' óbolo
0 reverendi patres, hœc puella
altrui? II ricco non raccoglie i minuzzoli
Vum.il eï ore mellilliia verba,
della mensa del povero. La Sicilia offre tan
ta copia di versi e metri ne' bassi tempi , Quae nobis movent fortissimo, bella,
Adeo quidem ut nostra sup>rba
da non aver bisogno di riconere ne ogli
arabi, né ai provenzali. Guai alia genle pro- Anna confundal: et veluti Stella
Fulget: nos autem calcamur ut erba:
slrala alia condizione del servo pecorume !
Quare decrevi luceni imitari,
Né Kaffacllo, Petrarca, Bellini abbisognava-
no degli slranieri per dipingere, poetare o Eque vos omnes idem cohortari.
rnusicare l'idea ¡lauca: gli ghiacci o la cal-
dana del deserto la esagerano od cstin- Né credo vogliasi dubitare della preesi-
guono. stenza di tutti i metí i , menlre la Chicsa
(i) Cajotani, Ï. s, Animandr, p. n. Agrícola assiduo priniuui la«satus aratro
(•*) Л'огГопе, t. i. р. гЗ. Canlntit ce rto rustica verba pode.
(i) Vng'iino por tutle le lestimoninm^ eeguenli: Tibul. I. s, cleg. a.
Fescrnnina per Jiunc infecta licenlia morcm, (Í) Thesour. Anccdot. Pur. II, lomo III Rima,
Vcr«ibus alierní* oppr^bria rualûa Tuilít. parole omiotolcule, eimi/iter catlcns, consona ье,Ьа
Itorat, lib. г, ерЫ. i. etc., sonó sinonimi.
(5) Si. Iclt. I. i, p. 378.