Page 61 - Raccolta amplissima di canti popolari
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08                         PREFAZIOXE
              fлlaIí verligioi del 1G72 (1). Com' io dicea  smeraldi e zalliri, e destarsi ad ogni toccu
              de' noslri diplomi a proposito du' siciliaiii  mille svaiiate iridi di novissiiua luce e co
              archivii (2;, cosi dirö de'poetici MM. SS.:  lorí, ehe oi a spandoiisi a lisle a raggi, ora
              noi ignoriarno quelle che possediatuo, vulti  si rísolvono in pioggia, come la diffusa cuio-
              essendo aj^li studii forestieri, pronti e pro-  ma di una vergine , ora in vorlici succe-
              ji¡ ad esaltare e riverire i forestieri , e fa-  dentisi, e tali, che estático e rapilo al má
              reudoci o;;ni giornn pi ù diiueniichi del lo  gico aspetto non sai allontauare Г attonila
              cóse uostre , le quali per quanto polio ii-  vista dall'animalo elemento, e credi turbare
              corderö seiupre, illustrerù seinpre, proela-  i sogni de' silli, che in seno a quelle acque
              шегб seinpre, finché la siciliana terra, ma  vivaci niolleinenle nposano le inipalpabili
              dre benigna e pis, accoglierà le mie ceneri.  membra.
                                                   Clii conosce la potenza deU'anima di que-
                             IX                  slo popólo , non estima miracolo essersi
                                                 ■nostrala nel breve periodo della greca 11o-
                        E NEL PHESOIK            ndezza in laut! valorosi oratori, poeli, tilo-
                                                 soli, capitáni, legislator! , malemattci etc.;
               E questo per le riccliezze de' trapassati ,  nel brevissimo periodo degli svevi , aver
              ma chi sospelta esservene altrettante fia  dato alto e forma alia lingua e alia poesía
              quelli clie ci vivono atlorno? Anzi clii so-  italiana; ma solíanlo come posea star clausa
              spetta ferrari, erbajuoli , zappatori , boari,  iu sè stessa, inerte, silente, seiiza produne
              e ogni altra generazione di rustici accen-  in ogni secólo uomini slraordinaiii, che si
              dersi di poesia? Tu visiti riverente da un  elevino a soiniglianza di faro sopra tulla
              capo all'altro dell'isula i teinpii di Selenun-  l'umanità dalfisola del sole. Le sue miniere
              te, Segesla, Agrigento, i teatri di Siracusa  sono sepolte.
              e Taorinina, i bagni, le nauruachie, le reli-  Nella sola Palermo, e senza ausilio di lot
              quie dell' età gloriose per Sicilia ; visiti e  tere, vivono non pochi poeti popolari. Non
              ammiri gli edifieii arabi e nonnanni; ascendí  li enuuiererô tutti, ma non posso lacere di
              sul cratère dell'Etna ; ehiedi de' dotli, cbe  Alaimo, AdelÛo , La Sala , che soprastano
              levan alto il lor nome, l'inchini; ma non  agli altri , e tie distiuli generi di poesia
              avvisi ascondersi nel popólo, e nella plebe,  coltivano Gius. Alaimo monóculo zappato-
              che di presso ti formicola nella capitale ,  re di Moudello , quaudo aflibia la giornea
              che suda ne' canipi, ne' boschi e nelle vaste  e di slrali licainbei ferisce cilla , popoli ,
              spiagge dell'isola, ingegni i quali sono più  magislrali, pubblicuni , costumi , nelU sua
              ammirabili délie anticbità e délie allie rna-  originale rozzezza é il Salvalore ltosa del
              raviglie e bellezze siciliane. Cosi accadeva  ruslici, nu non rado inlinge gli aculei nei
              a Oiuseppe Borghi, Luigi Cicconi, Giuseppe  liele di Giovenale—Salvalore Adellio cono
              Kegaldi e ad altri parecchi illustri poeti ,  sce la lettura, né legge, e quel poco che a
              venuli ad assidersi su'nostri focolari; e cosi  stenlo leggicchia, gli nuoee più che gli gio-
              a me stesso prima d'immergermi in quesli  vi : egli impugna fortissima cetra da cui
              giardini di rustica poesía. Essa è come il  esce un suono solíanlo , e più vibrato di
              nosli'o mare sul quale scorri deliziandoli in  quello ch'eiuetlea la cetra del Petrarca, al-
              agil battel lo rasentando la spiaggia nelle  lorehè volgeasi a Cola di Kenzo , о fttluii-
              notti eslive; e menlre ti allieta e mcraviglia  nava la Coite d'Aviguone, e le pielose cor
              la inesauribile delizia délia lena e del cielo  de fremivauo amor di patria — Stefano la
              siciliano; abbassi gli ocelli casualiiienle aile  Sala è l'Ariosto de'rustici. Itimpelió la cliie-
              acque sollostanti, e vedi ad ogni tonfo del  sa de' Beuedettini liianchi in umile botte-
              remo quasi per incanto fosforeggiare, corne  gucoia, liera ed augusta, ù un cbiodajuolo
              se solcassi onde di fluido oro e rubini e  dal volto bruno, dagli occhi neri e scintil-

               (i) La Biblioteca Lucchesiana « il più "tile dono  prunto Hparo, In stesso avverrà de* libri stnmpati ,
              do' vescovi gergentini a quclla pillà ; ma conviene  с dei coilici MM. SS. — La biblioteca de1 Cassint-м
             dirlo, e fono il dirlo puo ¿¡¡ovare, (\ue\ deposito ô  d» Ciitnnia s 'mpre nohilmcnlc raantenuta, oggi атгА
              nbbaudonato ; la voila délia sala niinaccia ruina ,  illibtrnti i euoi aurei M51. SS. dall' «'gremio Lui^ri
             per le rotte invclriale la pokere e il Tento gitlnn-  la Marra, da cui molto bene è da /■ttendersi.—Cosi
             dovisi entro, nocciono a' libri: e la poWere e il Tento  aven scritto uni iS5y; ma oggi che la Lucchesiinr»
             eol essi battagliano con i ragni e con i tarli , che  non è più de' Liguorini, cd invece propriolà comu-
             la posaeggnno solitarii. lo, gcrgentino di cuorc, se  nale in fono délia sopprc«sione degli Ordini mona
             non di battesimo , to TOti cbe tosse traspórtala nel  stic; sara ben eustodita. La Cai.incse di Catania
             basso délia cilla, togliendola dalle nlture <lel Cárni  dilficilmcnle «7'* un ",tr0 lo Marrai
             co, с tomata a quel lustro a cui la elevo il Glan-  (») Uegli archivii ¿I ЛаР°и e di Sicilia , Napoli,
             ropo Lucchcsi. Лтеа ricchissimo medagticro , ora  •tauipcria del Ройигоша, 1847. Щ «econdv
             деррцге un амс tí oíste : »e non tí »i arreo
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