Page 81 - Raccolta amplissima di canti popolari
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             ne, cibaleti délie mie carni , e il popólo  II figlio del conte correva, correva
             torno alle difese; nllora il canto olandese  Lentate le briglie sull'agil morello;
             acquisla il vigore delle tuvolé di liubens e  La vido, arreslossi, divolo mchino.
             di Van Dy.-k.
               I canil irlandesi. inglesi e scozzesi banno  — Tu tessi, fanciulla, fanciulla tu tessi?
             único tipo , ma colorito e svolgimento va  Di cbi per te vive non t'arde il pensieru ?
             ríalo. In Irlanda sovrabbondano le bóllate  — Non dirlo, mió conté, te sol predilessi:
             storiche; la loro música, dice Toniinaso Moo  Amor dell'aspetto del niio cavaliero
             re, è il comento federe della storia di que l -  II pettin, la spola, la tela stampö. —
             1' isola infortunata. Le injilesi sonó di slile
             pi ii duro, e surba.no ricordi anglo-sassoni,  — Ola, cbi li paila, che stai, che favelli ?—
             danesi , norinanni , e Sir Filippo Sidney  Sclamö dal verone la madre, che iutese:
             scriveva nel Dialogo sulla poesía , come  Appena i tuoi qualtro lontani fratelli
             leggo in Cantil.« Non bo niai inteso le bal-  Verranno, quest onts sia loro palese;
             late di Percy e Douglas senza réstame coin-  E certo nel sangue lávala sari. —
             inosso come alio squillu della Iroinba guer-
             resca, e puro le canta un povero c.ieco con  Ed ecco a galoppo hingh'esso il viale
             la voce ctiioccia sul violino scurdato u. La  I quattro fratelli di ferro sonanli;
             villoría di Brunan - bnrg fu cantata sin  Dismontano, ascendon le rapide scale,
             dal 938, e tuttora si conserva L'ainore, la  La pallida madre lor corre davanti:
             guerra, la caccia ispiráno sopra tutti quei  — Aveste una suora, schernita è di già.
             poeti. lohnson avrebbe volólo dare tntte
             le suo opere per essere autore della ballata  — Chi ardisce schernirladi questa contrada?
             sulla caccia ne' bosclii di Cheviot. Le scoz  — II figlio del conte la sfregia ed irride.—
             zesi sono piii concise , vivad e drammati-  Chi spicca la lancia, chi agguanta la spada.
             che, e nella guerra tra gli Stuardi e i Brun  Ma il fier Costantino di colpo la uccide:
             swick, la musa popolare parteggio pe' de-  A cercliio, seduli, le piangono appié.
             caduti.
               I monti, i laghi, le valli svizzere. desta-  — Qua' spoglie, sorella, ti son le più grate'?
             no I' estro del libero poeta, il quale si ele  Di lana o velluto ti garba la veste?
             va qiiando ricorda le lolte strenuaniente so-  — lo vb le mie spoglie di sangue bagnate...
             slenute a cni deve la liberta, che ha sapillo  Portalemi ovunque fregiata di queste—
             inantenere , non abusandone, e con la pu-  Sol gli ocehi del conte non cadan su me.—
             rezza dei suo i costumi Famoso pel mondo
             è il loro Ranz-des-vaches, cioè l'armamen-  Vestila di sangue la recan per tutto,
             to delle vaccbe in canimino con l'acrompa-  Ma prima del coule 1'accostan riinpeito.
             guamento dcll' àlphorn, corno alpino. E<so  II conte s'affaccia, dinianda del lotto,
             varia nei diversi Canloni, e qnello di Vaud  De' pii sacerdoli, di quel catalelto,
             è slato tradott" da Cesare Malpica e pubbli-  Che il popol cosparge di funebri fior.
             cato nel Poliorama di F. Pirelli in Napoli.
               Fa ti riel e l'ouiiuaseo haniio reso univer-  — D'Arete l'eseqnie, quel corpo è d' Arele,
             sali i c.anli greei. Essi sono quali possiamo  Cui desü il luo core, che il suo nel luo pose.—
             altenderli da un popólo eminentemente poé  II misero evento ciascuno ripele;
             tico, ned lianno la ruvidezza, il fanatismo,  Ma il figlio del conlc non pianse o rispóse,
             Г inverosiinile , ¡I sanguinario dei nordici,  Solleva il pugnale, lo vibra, Iba in cor.
             ne l'esagerato, l'íiidefinilo, il ronceltnso de-
             gli orienlili. II cuore, la mente , la spida,  A scorciare qneslo oinai lungo parágrafo,
             i fiori, gli uccelli, la religion«, la patria ne  dieu a cenni nessun popólo rivaleggiare con
             sono argumento, e si colorano dalla paipzza  la Francia in falto «ti canti populan storici
             del noslro cielo di porpora e snieraldo. lo  dal secólo XII sin oggi. Nella sola Bblio-
             ne vnlgea in italiano sol uno . se non dei  teca imperiale se ne conservano (iO volu-
             piú belli, cerio de'più drammatici— Aretu-  mi. Dappriuia fiirono lot , come Roberto
             sa—che piú trascrivo; e in qiielli de'greco-  Crispino li chiamava nel suo vecchio fran
             albanesi di Sicilia ve ne ha tanli, da poter  cesa circa il 1080 , quand. i venue a corte
             completare il quadro.               del G. Conte Ruggiero in Palermo, e quimil
                                                 divennero nàell. racconli entusiastici , epi-
                           Aretusa               grainmi, satire vaux (de vivre, da'quali il
                                                 vaudeville), e finalmente la terribile carma
               La vaga Aretusa tesseva tesseva,  gnole cantata attomo la guillottina, il ça ira,
             La fea di suoi paiupani il pergolo ombrello:  che accompagna Madama Veto alpatibolo,
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