Page 47 - Raccolta amplissima di canti popolari
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            ni , fra cui Messina , l'albero chiamasi alia  Gl'italiani adoperano tre, i siciliani due
            francese: ficara, persicarn, ficudinniara etc.  segnacasi , cioé di e a , e mancano affatlo
              La tenninazione de' generi e de' nuraeri ,  del da. Invece di venga da Palermo , noi
            raolto più nel plurale, diversifica nelle due  diciamo : vegnu di Palermu : il según del
            lingue: non poclii nomi fetnenili nel sici  genitivo vale per l'ublalivo. Cosi aucoia era
            liano sono terminati in a , e nel plurale  ne* primordii della lingua in Italia, e in
            spesso terminano corne se fossero maschili;  Dante ve n'ha eseinpin , perché da noi .si
            cosí cummari, cóliri, gargi, gatti, luidi elc.  propagó in terra ferma, e noi redanmio dai
             Col far femenile il nome délia professionc  greci queslo vezzo, i quali mancano aflatlo
            denotiamo la moglie del professoie; cosi la  di segno per l'ablativo. L'adoperarlo le per
            rriluggiara, la spizziala, la confinera etc.  sone colle nelle cilla, dicendo : veynn da
              Gia gl' italiani van popolarizzando ogni  lu pridicaturi, da lu leatru, é prelto ilalia-
            maniera de' nostri vezzeggialivi , e anche  nismo.
            quelli in uzzo e uzzu; solo non son dilTusi  Gl'italiani han tre, e noi due conjugazio-
            4  uelli in icchiu , di cui ne conosco uno о  ni, la prima in art, amari, e la seconda in
            d  ue esempii.                      tri sdrucciolo o piano, timiri, slûrdiri.
              La ci de' siciliani non sempre corrisponde  Mancano in Sicilia i presentí congiuiitivi
            all'a not degl'italiani — In Sicilia invece di  in tiitli i verbi, e vi si supplisre con i pei.-
            a noi, о ci, si dice uni: p. e. Ei ci pren-  denli dello slesso modo ad esprimerc i рг'--
            deva per le muni , traducesi in siciliano :  senti , e ciô Iranne poche eccezioni ; pan-
            Jddu nni pigghiava ppi li munu.     menti non abbiamo passali congiuiitivi, sup-
              Soventi la cet de' siciliani è avverbio di  plendovisi со' irapassati congiuntivi. Invero
            luogo, ed in queslo caso equivale al vi ita  di dire: detidero ch' egli venga, diciamo de-
            liano: p. e. Iddu a la vigna cri jia spis-  siileru ca iddu vinitsi. Le poche eccezioni
            fu —Egli vi andavu spesso alla vigna.  sono pel verbo epseie, come: sia lodalu Diu;
              Cui in italiano è obbliquo, e nel dativo  e per il verbo uvero, l'aja, corne : aja bon
            puö usarsi senza segnacaso: in siciliano puö  tempu, e finalmente pozza, dal verbo putiri.
            essere ancora caso retto, e nel dalivo vuole  Fréquente in Italia I' uso del modo sosi-
            il segnacaso: a cui l'avili ditlu ? cui с ?  giunlivoe de' vil hi passivi , iiifrequenle in
              Egli ne' casi obbliqui dà in italiano di lui,  Sicilia, ove si ama meglio vollarli in altivo.
            a lui, da lui; al contrario in siciliano, que-  I siciliani adoperano nel congiuntivo la
            sto lut non sentesi mai nel relio, vi corri  voce del rondizionale ; cosi : si iu pulirria
            sponde iddu, e ne' casi obbliqui fa d'iddu,  pffltri, vinirria; invece di: se to polessi ve
            ad iddu. L'istesso addiviene nel plurale; egli  nire, verrei.
            dà eglino nel relio , e loro negli obbliqui ;  Gl'italiani banno una sola uscita nel con-
            inentre iddu dà iddi nel retto e negli ob  dizionale , tanto presente , quanto passato,
            bliqui, colla distinzione de' segnacasi; il loro  ed è quella in ci;—verrei, sarei, emerei; i
            degli italiani puö usarsi senza segnacaso  siciliani ne han due, e sono in »'« e issi;—
            talune volte, come i loro figli , invece di :  vinirria e viniristi, sarria e sarrissi, amir-
            t" di loro figli; disse loro , invece di dire  ria e amirrissi etc.
            disse a loro.                         I verbi che presentano un affelto dell'a-
              Per dinotare alcuni degl' individui com-  nimo in italiano , vogliono al soggiimtivo
            presi in un genere, e in una specie di co  il verbo retto da essi qualora queslo verljo
            se, invece di adoperare l'aggettivo alcuni ,  non appartenga al sopgetto del verbo da oui
            in italiano si unisce al nome universale la  é relio. Onde se tu dirai : vogghiu me fitj-
            preposizione arlicolata degli, come: vi sonó  ghiu mi veni cm; non potrai tradurlo in ita
            degli uomini; ma in Sicilia non si puó di-  liano: voglio mio figli» Vient qua: ma ben-
            re : cet su di l'omini , mentre deve dirsi :  si: voglio che mio figlto venga qua.
            cet su alcuni omini, o puro alcuni di l'o  Se il verbo è relio da un altro verbo ehe
            mini.                               esprima un alto délia mente, о pure с relio
              I siciliani adoperano cut pronome nel re  da' veibi dire , narrare , sentiré, provare,
            lativo per chi; come: A cui l'aviti datu?  affermarc, negare e simili, qualora la co-
              La Sicilia oltre agli articoli lu e la , ha  gnizione ch'esprimono non sia certa, ma fra
            gli articoli и e a; per cui diciamo lupatri,  probabilc e. dnbbiosa, dovrai dire in Italia:
            la matri, e и palri, a mtttri; с nel dalivo  si crede eh' egli sia reo di morte, о in Sici
            invece di dire а и palri, a a matri, dicia  lia: si ci idi ca iddu с reu di morti.
            mo: 6 patri, â matri, che i buoni scrittori  Perché i verbi raccomandare , commttte-
            sogliono segnare con accento circonflesso ;  re, comandare, pregare, consigliare esorta-
            ne queste sonó sconcezzc popolari , o di  re etc. reggono in llalia il soggiuntivo, non
            qualclie municipio, a chi ben ñola.  dir mai se ti porli in quella penisula : vi
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