Page 35 - Raccolta amplissima di canti popolari
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32                         PREFAZIONE
           Г época bisantina, araba e normanna appa-  Manfredi, in Matteo Spinello leggiamo, eioè,
            re negli storici e ne' diplonii. Quest' essa  che « lo re spisso la notte esceva per Bar-
           fu bise del l' insulare e della сопите favel-  letta cantando strambotti , e canzone amo
           la: da única sorgenle ne derivarono un ri-  rose, e con esso ivano due inusici siciliani,
           Yo, che ascoso irai iiionti nativi, límpido e  che erano ¿ran roman/.atori (4). I canti di
            puro si niantcniíe e nianterrà serpeggiando  quoi vecchi sono erotici in massima parte,
           fra i densi alberi, ch'egli alimenta; e un  perché
            fnime, che dnpprima intorbidato, e aecre-
            sciulo da pin conQueiili e da piove dirot-  Amor primo trovö le rime e i versi,
           te, orniai s'è fallo bello come Г Arno , в  E suoni e canti ed ogni meloilia—Berni;
            disseta 30 milioni di uomiiii, i quali, se
            Dio raccoglierà altra volta sotto unica ban-  ed aile donne parlasi inlelligibile linguag-
            diera, non daranno, egli è vero, leggi, re-  gio , e le donne non stmo , e molto meno
            li^ione e lingua alla terra dalla sommità del  erano allora, la parte più dotta della socie-
            Campidoglio, ma non sa rannо secoridi a nes-  tà , e quelle canzoni le vinceano , per cui,
            suna delle nazioiii, che popolano la super  come allora usavasi dire, si arrenneano ai
            ficie della terra. (\)             poeti. Che esso fosse comtine a tutta Italia
             Ciullo d'Alcamo fu il primo, che coinin-  lo cliiarisce il Perticari, confrontando i ver
            ciö a italianiziare la lingua insulare, per  si di Nina da Messina e di Dante da Maja
            quanto è a nostra certa iiotizia , e Dante  no (5), e meglio lo si puô col paralello di
            ricorda: ma egli die scrisse indiibitatamenle  tutti gl'illustri di qiiell'epoca.
            prima del 1300 (-J), 1' ¡utilise di pilgüese о  La fisonomía letteraria e civile de' nostri
            perdió cosí inlendea farsi piú caro alia sua  re poeti e de' loro corteggiani, amici e rivali
            bella , che era probauilmenle di Bari (3);  or nelle batinglie , or nella gaja scienza , è
            0 perché, com'é piú »erisimile, uvea mol-  stata delinéala da quanti le noslre storie
            to úsalo ¡n lerraferma. II mevc, per me, o  lessevano; ma siccome in ciö nessiino ha
            mi, o mia; il Iroehcme, trabagliati, vejoli  supérate il Foseólo , massimo ciltadino e
            fossili, addivenissemi, il boglio, per vng-  crilico italiano, il quale conosrea lauto lo
            ghiu. e polreto per to patri , vittima per  insulare idioma di aver poluto volgere un
            vita mia, bale per imi/¿, polta per botta,  canto di G. Meli in italiano, e tanto lo a-
            manganiello e catliello, per manganello e  шата da dirlo ora coltissimo , or dt tra-
            castello e moUissime allre, sono dizioni a  dizionale melodía, a lui cedo la penna. e
            noi ignote, e delle quali non Irovasi esem-  mi è bello rifoiire le sue nobili parole:
            pio in qiialsiasi siciliano sciittore di prosa o  « Primi i siciliani ridussero il loro dialetto
            di verso; montre all' incontro vivono ancora  nativo a lingua scritta e popolare ad un
            presso i conlinentaii.             tempo: ma benchè non 1' usassero come lo
             Üopo Ciullo, i nostri poeti la nobililaro-  udivano uscire dalle labbra del popólo ,
            no, e per lutta Italia, dalla regjiia di Pa  tiittavia non l'alteravano in guisa che non si
            lermo, diffusem. E cb'essa fosse cognita  vedesse che apparteneva propriamente ai
            all' Italia, e sino a quelli, che, come disse  nalivi di quell' isola; ad ogni modo era
            Dante, barbarizant, n' è prova quanlo di  molió diverso dal provenzale , e più grato
             (i) la mia prcdisione scritla prima  del  1S4.8 ,  tendere i versi latirá, i Or io etico che disposando
            srainpata cd evul^nta „el ,s5^ rcgnando Ferdinan  quosto стр. XXV delln Vita ^ova, con il XII della
            de II, si é. avvratn. Cosí Dio nc diaseiino ili uni  Vulgare liloqucnza, e con qunnto il Petrarca lasciô
            ficare rilolia moralmcnío, como lo è materialmente:  sc-itto nella "refazione dclle Si-nili, si pu6 oltenc-
            il buon govcrno с Г am'ire Tan polenti, pro^pcri с  re la cerleisa ,  che цит prinii che cominciarono
            fclici pli stali.                  a dire come poeti vofyari, non solo fbrono steí/ío-
             (a) Qui >onibrn acconcio a conforto di quanti è
                                               m, nia si pure che costoro scrbsero circa il l'in,
            stato o >ará dellii in quoitn l'refaMonp,  ricordarc  e fninlmeiilo che se lien notiito ave^ero questa te-
            quello dio Dante »loricaiucntc testimonia net cap.  stimonianza Zeno, Maiïei, Tirabosclii, non avrebber
            XXV della Vila Nuova, cioè. 11 E non è mullo nu  tenzonnto cotnnto a determinare  i priimardii  della
            mero d' mini pass.ito, che apparirono prima qucsli  linsua (♦).
            poeti *olgari; che dir.' per rima  in volare tnnto  (Л) /Von mi locchei-à pntreto
            è, quanto dire per versi in latino, secondo nlcuna  Per quanto avère ha in Bari.
            proponione. К st gno che sia pieculo tempo è, che ,  V. il mio Commcnlario su Ciullo d' Alcamo e la
            sc volerae guardare in linpua d* осо, с in lingun di  di lui Tenrine nella Rivista Sicula, 1^70.
            л, noi non truviaino cose delte anzi il presente leiu-  (4.) Сгопасл etc.  Anno i25S,  Muratori t. 7, p.
            1 о per cento cinquaiit* anuí. К la ciglnne, perche  ion.5, e Caruso Bib. Sic. t. a. p. 1099.
            alqiiauti giwi ebber fniua di sa¡ er  dire, è, che  (5) Dell'Ainor patrio di Dante, cap. XXII.
            iiuani furono i prinii die diecssero in lingua di *»•
            i;d il primo che enruinciô a dire come  poêla vol-  (*) V. Dante в la Sicilia , ['.{conti di L. Vigo.
            g;,rc, si mosse peni, che volle Гаге intendore le sue  nella KirisU Sicula, 1870,
            parole a donna, alla quale era nialngevole fare iu-
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