Page 19 - Raccolta amplissima di canti popolari
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16 PREFA.ZIONE
la. Da quel tempo sino al 900 dell'era cri vece di lupus, Romulus, albus; come gravi
stiana, secundo Costaiitiuo Poriirogenito , e cela per gravis e cœlum; (rali e puin
gl' ísolani eranü parte ilaliani, chiainali si- per fratis e palris: Г ultima consonante se
culi, parte greci, ossiano sicilioti. E Гegre gno del caso, vi è oinessa, come da noi si
gio M. Ainari soggiunge: con denominazio- pralica. Le declinazioni erano ignote al po
ne piú esalta si direbbero le due sell¡alte, pólo e agli antichi, o assai confusamente ne
itálica ed ellenica, ciascuna delle (juali ab- usavano , come testifica Varrone , i poeli
bracciava le geati affini a lei (!). — Arrogi fiirono primi a giovarsene, e inentre essi
che (neutre i greci appellavano col nome declinavauo i nonti uieludicamente, gli ora-
di barbari i ruuiani, e i sicilioli chiamava- tori nel Koro parlavauo alie turbe iiel pri
no barbari i siculi; i romani non mai bar sco modo. Erodoto (I. 73), tenea i voca-
bari, nía puraniente e senipliceiiiente siculi boli siculi e tirreni di comune origine, clic
li denominavano, per la cuinune origine e egli volea esseie pelasgica. iViebulir ( p. 64,
per la cogítala favella. Perd il re de' siculi -12), volea rir.onipurre la lingua osea dai
avea ноше Ducczio, derívalo da dux, du- suoi ruderi, ma reniinziù a quesU utile im
cere ; molle cilla pruna de' greci si appel- presa, aveudola itliziato il professore Klen-
larono alia sioula , e cosí senipre, come ze. Gli Uuibri, ehe cacciarono porzione dei
Zanclou Messina, Assaru Asuro. Melle la siculi, e abitarono parle del loro paese che
vóle eugubine, serondo i receuti lavori del esleiideasi da un шаге all' altro, — Adria ,
Lepsius e del Lassen, tro\o vocaboli alfolio Piceno , Palería , Fascennia cilla etrusche ,
siculi, cosí poplu per populo, ablativo; nu- Ravenna, l'esaro, sino alle spiaggie tirrenit
rata, eint per unus. In una lapide ( Fou- —parlarono la lingua de' viuti, о con essi
riel, t. -¿, p. Mi>) si legge: Ad ursu pileatu. la propria imiiiiscliiarono. Perciô fu rico-
11 nome di i-ela le vieu dal Quine, e questo liosciulo único il parlar de' siculi, sabini
lo liasse da Oelu, perebé nella lingua dei e degli osci.
siculi cosí dicesi il glliaccio. (Stef. iiisaul. Micali indagando quale stala si fosse la
alia voce Gela.— Natale ne acceiiiia parec- autica lingua d' Italia , e quali i suoi dif-
chie: a greci e a'roinani preesisleva il vol- fereuli dialelti ( cap. XX ) , ricordava do-
gare itálico iu Sicilia. ver alie indagini de' letlerati e a piùsecoli
Parimenli sono qui da notare le omoge- di riceruhe, lo aver determinato il valore
neità del eiculo cou le lingue indigene del- menu dubbio di ngni leltera, e атег сош-
1' Italia, auebe dopo che porzioue de' siculi poslo un alfabeto apparenlemente regola-
¡inmigró noli' isola. Qiiesta ricerca ó della re, utercè del quale si posson leggere a
massima difficollá, pure oltre il supra deilo sufficieuza i itioiiumenti scritli in quella
posso aggiungere , averci awertilo Aristo- lingua smarrila. Prima della fondaziotie di
tile (opere ininori, ediz. di Sylb. pag. 131) Roma (Plinio, XVI. 44) era ¡vi in uso l'al-
ebe in Sicilia e iu Italia il vento elle spi- fabelo etruseu, pereiô é manifesto di esso
rava dalla Tracia era ptiiineuti uoniinalo essersi valuli i sicuii. Cosloro, e gli unibri
Circa, perché soffiava dal promontorio Cir- lor vincitori, e gli etruschi, non adottarono
cejo. Erodiano aUn luíiva all' áulica lingua il g, il d, Го; di poi tulla Г Italia Г intro-
siciila le forme de' nomi proprii in is, Лп- dusse nell' alfabeto. Le iscrizioni tróvate
tialis, Urulatis, Sumnitis, (Вскк. Лneed, dalle radici delle Alpi sino alie Calabrie,
p. 1399): e die queste forme sian itale è ci fauno couoscere un linguaggio primiti
manifesto in lutti i libri. (luverio (p. i.'t vo coinune agí' ilaliani somigliante nell' in
Italia antiqua ) raccolse moite voci coniu- dole e uel pieno delle vori , quanllinquc
ni agli osci e a' g.ibini, e dir osci é lo sles- diversifícalo da piú dialelti dipendenti da
so che siculi, poiclié le due genli s' unili- vario senso d' armónia, che presso tutti i
carono dopo la parziale euiigrazione, с con popoli trae l'origine della natura lisica del
conliiiui conuiierci ainicarono, e uiegljo loc- le regioni. La forma dei caralleri è affatlo
cheremo come lutte le tavelle italiano una simile o molió si avvicina: la maniera di
si fossero. In Ennio sono parole sieule, co scrivere è la slessa: le iuflessíoni poco o
me gau: Ennius ut memoral, replet le milla discordano : inline tante voci e tan
lœtificum gau (Ausoo. in Monosyl). Aevio te propriété analoghe, quante ne porgonc
presenta gli stessi vestigii del siculo, e in colleltivamente quelle lingue, sono quasi
enlrambi leggiaino'- lupu, Romulu, albu, in- una dimostrazione che tutti procedaiio d.i
(i) Amari, etorii de' Musulman) di Sicilia roi. Innoccnzio Fulci, Gramm, siciliana p. 3n. Quest'
i. pag. 1.9G. Cosí opina anche P. B* Giudici: i duc mio lavoro mediato e compiuto net |S47, perebi
più iiltislri tîcilùoi itoneî deU'ctà mia, partecipa- sin' oggi mm c?ulgat<), io 1' bo ritooco, raleudoni
au le mie opinioui: rjuesfè адсога la credent di delle pubblicaiioiii posteriori.