Page 21 - Raccolta amplissima di canti popolari
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48 PREFAZIONE
ceppo. II primo с lo serillo , o questo di gnarosque oscœ linguce êxploratum quid
due maniere, cioè semplice, andante, facile agalur mittit (3).
negli scrittori del buon secólo e délia citià Sono quiiuli da ricercarsi le fonti dalle
di Roma, primo fra tutti Cesare ; più arti- quai i atltngerc ¡I parlar vulgare e la r.or-
fizialo negli scrittori provinciali, non esclu- rispoiulenza fra esso о Г atiualo Siciliano :
Bo Cicerone arpíñate, e Seneca spagnuolo. e a quest' uopo provvedono i comici, che
II secondo in uso fra' patrizii, fra'dotti, in descrivono la società quai essa si trova;
Senato, nclle tribune, come qucllo de' no- gli scrittori cristiani, i qtiali a diffondere
stri predicalori, avvocali, magistrate inteso la parola di vila fra le genti, preferirono
dal popólo, ma del quale esso non sa va- la lingna intesa dal popólo, tanto per imi
lersi per manco di conoscenze e grammati- tar G. С, che non di poteiiti o dotti, ma
ca. Terzo finalmente il volgare, che Quiti- si circondô di poveri analfabeli , quanto
tiliano diceva quotidian') , Planto plebejo, perché non era chi quella ignorasse ; ne
Vegezio pedestre, Sidonio usuale , e tulli le opere de' classici trascurereino; in que
rustico. E Gellio avverliva: quod nunc au- sto valendoci delle ricerche nostre e di chi
tem barbare quamquam loqui dicimus, id ci ha precesso nella presente investigazionc,
vitium sermonis non barbariun esse, sed come Qttadrio, Font.inini, Enrico Stefano,
rusticum, et cum eo vitio eloquentes ru Bonainy, Cantó, G ravi na, Mazzoni, Toselli,
stica loqui dictilabant (1). Marziale invi - Foseólo, Palmeri etc., e studiandoci di es-
tava il leggitore a ridere di quelle voci, mo ser brevi.
strando non lordar la sua penna nel fango Siccome la differenza più app.irente tra
del volgo: Non tam rustica, delicate lector, il latino e il volgare sla nolle terniinazio-
— Rides nomina ? E s. Agostino, che ap- ni, noi troviamo fra gli antichi pneti voci
pieno conosceva il volgare , come attesta terminate alla sicula a dispelto della graui-
Èrasmo, e ben si vede da' suoi sermoni pel matica : scrissero di un modo, e pronun-
popólo, dalla sua contesa con Massimino, ziarono di un' altro. Cosi : JVuitc magnum
dalle concioni con cui purga la faina dei accingor verteré Meonidam , ove bisogna
chierici, e dal ragionamento mercó del qua leggere mugnu e non ilagnuM per aver
le, co'suffragii del popólo, disegna il vesco- la misura del primo dattilo deü' esametro.
TO successore ; s. Agostino nella discetta- In Lucrezio si trova: Tum mare velivolum
zione tra lui, sua madre, Navigio , Trige- ßorebat navibuS pondis, e ancor qui è me-
nio, Licenzio , Lastidiano с Uustico sulla stieri pronun/iore navibxt lasc.iando la s
Vita beata, fa distinguere a Navigio il par per aver una sillaba breve. Ne' frammenti
lare latino dal plebeo : sermone vulyari, di Ennio, INevio. Lucilio scorgesi fréquente
quident, et male latino (-2). Tito Livio nel elisa la consonante alla line delle parole.
libro X, cap. XIII narra un falto singóla- L' uso prevalea aile leggi letterarie.
re per cui si vede nun lutli a Huma aver Del pari troviamo manlellum, mantel-
pratica della favella osea di cui compone- lo ; porcus , porco ; essere per esse; ver-
vasi in parte il latino. Quando il console nus per hyems ; minada per mino} ; ba-
Volunnio, neir anuo 456 della cilla, acco- tuere per percuterc ; bucea per os ; bel-
st6 al campo nemico nel cuor della not- /ns per pulcher ; jornus per dies; stra
te , a conoscerne le forze e le inlenzioni, ta per via; nano per pumilio ; carrada
mando esploratori ebe Г oseo conoscevano: per currus; prestilus per mutuus: parenti
(i) mu, 6. la grammaticn, da* prepetlori, ncssuno dc'quali ap-
(я) Liber nuns, g го. pnrtiene al vulgo. ( Quint, lib. i, cap. VII. Cice-
(3) Uno doi più illustri о venerandi sapienti di ronis I'l'i.l. Orilt. I. 111. ). II doppio error» del
Italia, G. B. Niccolini, nel suo discurso intorno NiceoHni o stato chiarito, per la parte moderna,
n Quai parte aver passa si popólo tiellaj'onnazio- da quanti filologi ha Г Italia, i quali opinano una-
nc di una Itngita , voleudo infirmare lo soiitonze nimi esser vrro qunnto Г Alighieri testificara , o
di Dante Alighieri coutenute iu'1 tr.itlnto del Vol dallo stesso Niccolini, il qunlc o parla e seiivo in
gare eloquio, ch1 cgîi vitupera come vendetta di modo ditiorme delle treeehe o de1 salumai di Mér
ghiheiliuu concítalo sdeguo , nega Г esUtenzn del calo vecchio: per Г an tica di quanto ahhiaino cen-
volgare áulico o pleiteo non solo per uni , ma si nnto nel testo, с da Ludovic» Muratori, che par-
pare per i romani. A dimostrarlo si vale del fado teggiö sempro per la vorilá , e la resé imlubbia
di Cicerone, il (piale da un mntinaro appreso il con le prove da lui addottc nella XXXII disserta-
Valore della fra<c inhibere remos , ( rivoljçorc coi zione delle antichitA itnlbne, ch'io non ripeto, ma
romi la barca da prora a poppi); quasi Cicerone racenmamlo al lottore di rileggcre, o ritcuerlo co
avesso potuto appretidere quclla frase in Sennlo, о mo so qui 'ossoro interamonte trasfitse.— (.tuest' os-
» patrizii avosscro potuto essore marinari. Qucsto h servazione sia segno di rispotto a quoi somma: 1а
un sofisma d i non ouorarsone un filosofo , imen- opiiiione di qualsiasi altro avrcmmo sprcuato. —
tito dallo itesso Cicerone , il quale chi.iro parla Opero di G. 11. Niccolini , Fircoio iSS», t. Ill,
delta ncccwUl di appreuderc il latino da'libri, dal- p. i4*i.