Page 25 - Raccolta amplissima di canti popolari
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22 I'REFAZIONE
mini 1iberi divenivano dsimmi o sudditi. lie di Teofane Cerameo non erano pronnn-
I servi, chiamati reíkk о memluk, viveano ziate al popólo in greco ? È ció probabile ,
meno aggravati in Sicilia delle popolazioni se non ceito; ma non in lutte le città , e,
italiche di terraferma sotto i longobardi e quel ch' è documéntalo , non tutte le clas-
i franchi. A nessano era victato I'esercizio si cittadine intendeano il greco , e neppure
del cristianesimo , soltanto a' tributarii e il latino; perciö i diplouii si scrissero non
vassnlli era vietata la costruzione di novelle rade volte trilingui, e ad onta di cio il po
chicse e monasteri, non gia la restaurazio- pólo minuto i villici, i coloni etc. non li
ne degli edificii attuali; alle chiese era lo- comprendevano, e doveansi ad essi Iradur-
cito di redare, solo vietavasi di suonar fu re a voce in volqare, cioô in lor favella,
riosamente le camp:ine. Questo in dritto, in la quale era diversa dell" araba , della latina
falto erano maumettani signori di crisiiani. e della greca (:í).
All' cpoca del conquisto eran vescovi in E che questa parlatura trovfi il G. Con
Taormina, Messina, Cefalii, Termini, Paler te Huggiero quando nel 1060 misepiede in
mo , Trapani, Lilibeo, Triocala , Girgenti , Sicilia, ne sia prova che quando egli e i
Tindaro , Lentini , Alcsa, Malta, Lipari , e suoi eredi doveano nominare oggetti sici
arcivescovi in Catania senza snffraganei , e liani, di essa si valscro per nécessita; e sic-
in Siracnsa il metropolitano di lutta l'isola, como gh sciittori de' diplomi quasi sempre
che in breve ridussoro ad uno e latitantc. fnron latini, perô costoro trasportarono ne-
Or se gli arabi cran pochi a ragguaglio dei gli atti regii i modi volgari [X). E quindi
siciliani, se non ne cambiarono gli ordiui, trovo nel 1148 (¡yrio, grande torcido di co
se conservarono il culto, é naturale il ve- ra, come ancora si appelle; domiim liicapi,
dere non aver immulato la lingua. Anzi la Cásale s. Leonardi ; al HCT Avanella de
pronunzia rispettarorio, veitendo le voci di Petralia; al 1172: « conflniam Casalis Se-
arabe forme ; cosi volendo dire Girgenli , ranœ incipiunt ex porta Leucat, el descen
Novairo disse Gergent, il geógrafo nubien- ding ad fontes diclos Seranee, et vadunt ad
se Kerkent, ma Abulfeda Ùiargianti obbli- flumen Dille , et discenduul flumen /lumen
gando le labbra a dilatarsi (1) ; e volendo usque ad lacnm dict:m Celias , et ei lacu
dir Ccfalù, scrissero Gefalüdi e Scefalúdi, dicto Celias vadunt usque ad iransitiim di-
e ció mostra ch'abbiano tróvala guasta , ctum ililgze, et ex inde redennt «io «ta
forse da molti secoli , la pronunzia di Panormi usque ad Lapident Obscuram —
Kefalidion, corne igreri l'addimandarono, Pietra scura—et ascendunt cristam cristam
notava l'Ainari , p. 307, ed io soggiungo usque ad fontem Champune , et vadunt in
che cosi gli arabi lacean loro la nostra gua- antiquam ecclesiam usqne ad arborern dic-
sta pronunzia. tain Cnrubae ». Nel 117:1 Campogrosso; nel
Prima di volgerci al secólo susseguente 118'* ù un diploma cosi riboccante di vo-
e quindi alla normanna dorninazione. è me- caboli e modi siciliani, che non posso fre-
stiori osservare corne Mr. Giovanni di Gio narmi di trascriverne bnona parle : « Una
vanni, insigne storico e diplomático, nel magna crux cooperta argento deaarato, mi
disaminaro di quai favella siensi valuti i nus hab';ns cum pomo argenli deaurati, et
nostri padri nel celebrare i divini uffizii ejus baculus sex habet cannellas argénteas.
dal!' VIII all' XI secólo, afferma essersi va- Due alie cruces sunt minores argento coo-
luti delta greca, come dal I al IV délia perte deaurate, sed non per totum. haben-
latina Or questo, secondo noi, da poco lu- tes poma puri argenti. Bacillus quisque ea-
me nella presente disamina; 1. perché la rum h tbet set cannellas argénteas. Duo ca
favella ecclesiastica mutava con la liturgia lices sunt argenlei, scilicet major deauratus
e la gerarchia romana o bisaiitinn; 2. per est. Qualuor sunt candelabra argéntea, sci-
ché il popólo illitterato non vi partecipa- I licet duo majora sunt, et duo minora. Duc
va; come ancor oggi, prevalendo il latino, sunt turibula argéntea ejusdem quantitatis
assiste esso aile laudi, alla ruessa, non ne sed in uno eornin minus est de catenis, e
intende acca, e parla siciliano—Ma le ome- anulus. Sicluin est unum argenleum in ша
(i) Di Gregario , Rerum arabicarum ampia col- italiana е precedente alle iramigrnitoni «träniere
lcctio etc. clic non la estimero, в v'v^ e vivra lunghi eecoli.
(a) Ringrazio N. Tomraaseo, il quale nel Dieinna- (3) L'amieo mio P. Emiliant Giudici—Storia loi
rio estético roi. i. pag. аЗ?» e C. Lantù ii quai* tcraria etc. t. i. p, 6a, — dieca : Or chi lia saput
nell.1 Storin universale Vol. 3 p-^g- i3o4 , Torino dirci quale fossa il dialetto siciliano пе1Г época noi
i?5o, с délia Lelleratura e cloll* Origine délia lin manna, che s'ineatona alPepoca атетаг—Spero ГШ1
gua, non cliè F. Porex, V. di Giovanni e gli altri stre storico trovera qui sciolto il quesito , oltre
Ни' himno ricordato e aceolto questc mie idee. Chi qiianto egli ne ha deito eon la sapienca d«l Man
più sttidia, più si convince única casare la lingua tori e la critica del Foseólo.