Page 22 - Raccolta amplissima di canti popolari
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и. dell'antichita е ORIGINE DELLA LINGUA 19
per consanguinei, non genitori, com' é in quando única lingua fu imposta a' vinti po
Tertulliaiio, Vopisco, s. Girolamo; banda nel poli, ii volgare era tanto diffuso; che dire
senso tisato da noi, com'è in Procopiu ; e quando la sedia imperiale fu traslocata al
brodium. camisia, torta, cribellare gros- Bosforo ? Di anno in anno, da quel gior
sb*. mi per mihi, coda per cauda; altresi no nefasto decadde Г universale favella la
deiil homo, so per suo alia sicula, che per tina; Giiistiniano le die il colpo di grazia.
q*&, voile per volti.it сотри per ager, casa — Kifuriseo le parole dell' illustre P. Emi-
per domus, (оси per ignis, locu concessit liani Giudioi, che con pienezza di luce in
per locus concesus; russus per rubeus: ca- daga e spiega la cagione della prevalenza
ballus per equus ; testa per caput ; calda assoluta delle paiiaturo del volgo—« Quan
p-T calida. Éd è da notare bucea esser in do chiuse le scuole, egli dice, t. 1, p. 18,
Plan lo, bellus e russus in Catullo, lesta in per un editto di Giiistiniano imperatore ot-
Aasonio, e calda in Cesare— Cosí le frasi timo massimo , che ad un' ora persegui-
adlevar? siíim, livari la siti. di Lucrezio; tando a morte i íilosofi , e facendo perire
inter cos duos, tra vui aulri dui, di Plau- più di cenlo mila imperiali in certe guer
to; dabunl mensuram bonam, di s. I.uca ; re di petlegolezzi lelterarii , regalava al
prepone in uiiam partem, di Esdra; come mondo il Corpo del drilto romano, abolilo
pure grandis (actus: dixerint omne ma il foro, arse le biblioteche, spenti gli stu-
lum; (acio paícha: egressus foras etc.. Le dii, smembrate le popolazioni, stabiliti nuo-
preposizioni e i segnacasi: res de amore , v¡ popoli barbari per tulla Г Italia, la lin
cosí di amori in Terenzio; de coeua, dal gua latina non fu piii seritía umversalmen
la cena Svelonio ; de nomine Phaebi , del te, chiaro apparirà che il latino letterale
поте di Febo in Virgilio; homo de echó dové ridursi scienza di pochissimi, e i dia-
la, irt Cicerone; capul de aquila, rostrum letti plebei tutti della penisola prevalere ».
dt are; monticelli de terra; lassus de via Perció se nel secólo d" oro i modi plebei
öe. Сои gli articoli indeterminali: cum u- s' insinuavano nelle pagine de'classici, in
no gladiatore, con un gladialore, in Cice quelli di bronzo e qnindi di stereo , nulla
ro»; ; in una vilissima tunica , in Pliniu più di nobile, di senatorio, di culto vedea-
etc.. Cosi nei futuri de'verhi, duraro , re si per entro gli scritli dei dominatori delle
spirara, per duravero, respiravero. Ai тег- nazioni: la stessa porpora trascinavasi nel
bi eongiunsero gli ausiliari , p. e. haben fango. Qnindi in un documento interessan-
dicere . dictum haben, di Cicerone ; effe- tissimo del 560 sopra papiro sta scritto :
■ tum habere di Cesare : quid histic ha Domo quae est ad sánela Agata; intra ci-
bet, di Planto; Uius Dei habuit muri Tin vitate navenna; tina clusa, buticella; sco-
ea piacenlino, in Ro'iia a' tempi di Cesare, tella. Al Ö83 , regnando Maúrizio , legge-
non pergulam, nia preculam dicea, corne s¡ nella Storia Miscella, che avendo un níu-
noi preula e precula 'Quint, i. I, с. V.). 10 gettato la soma , i soldati gridarono al
L' elisione délie consonanti Qnali era tanto condnltore: Torna torna. E quando Г im
eomune , che Cornuto dicova il pronuncia peratore Giiistiniano ordinö a un bárbaro
re la m dopo a vocale durum ас barba- di cederé taliine provincie , il bárbaro ri
гит sonat : si fallamente la lingua latina spóse: non dabo, e Г imperatore; darás,
antica, cioè quella délie XII tavole, Hi Лс- futuro del verbo dare. Nel 789 quando Leo-
eio e Paeuvio , cessava di essere aspra e no III edificava il Laterano, gli artefici vi
feroce, non solo deponendo le ruvide con scriveano: Beate Petrus dona vita Leoni
sonant! , ma sin' anco introducendo negli PP. e victoria Carulo liegi dona. Nell'842,
seritti e nei marmi 1 t efelcustico, che qtial- fu detlato il famoso giuramenlo di Cario
ebe poeta imitante i barbari, in questo se 11 Calvo e Lmlovieo di reciproca fede ed
cólo ha tenttlo sopprimere; cosi, ab ispe alleanza, ed ivi leppesi amur, salvari Kar
óos». E ancor leggiarno in una epígrafe in, damno, indi, retu, ma, non, lo, si,
del lera i o quarto secólo: io, ne, cui , «te. Dell' época seguente è lo
eccum la stela del popólo Milanese; il Lé
TERSC DECIHl' CALENDAS FEBBABAS vate, ándale , riferito d' Alberto Stender-
»ECESSIT l.T PACE QUISTES AMORO se ; e qnindi il satírico soprannome dato
ОСТО MENSOIltJI DECE 114 PACE. dalle donne romane all' antipapa Otlaviano:
QTl 1ACET AUTO- MADOÜMA 10ANA smanta compagno. La chiesa catlolica uni
Я1 DIO TE GFARDI VXOR DS CECIIO versale , e Carlo, Magno diffusero in Eu
ET JÁCOBA SOA LXOB. DELLA S1DIA, ropa il rustico parlare. Quell' imperatore
ITH DELLA DICTA ECIIIESA. nell'813 stanziô col suo capitolare che si
predicasse Cristo a tutti i suoi popoli nel
Se a' tempi della floridezza di Roma , volgare latino; e il Concilio di Reims del-